Lei scrive. Sforzandosi di farlo in italiano. Sbagliando di continuo. Ma non le importa. Va avanti. Continua a scrivere. Ore intere. Pagine intere di un diario che non ha mai fine. Chissà di che racconta. Forse di sè, delle sue emozioni. Dei suoi weekend nei Quartieri. Delle sue nottate in motorino. Nessuno lo sa. Nessuno può accostrarsi a quei racconti. Lei nasconde e protegge gelosamente ogni riga stampata su quei fogli. E la sera, prima di andare a dormire, rilegge tutto. Immergendosi nei suoi ricordi, rifugiandosi nelle sue sensazioni. Emozionandosi. Pensando alle sue giornate al di là di quella che per lei non è altro che una prigione. Finchè i suoi occhi non si chiudono per la stanchezza. Le sue 887 pagine accanto. E si addormenta.