La grande aula è stata oscurata, eppure risplende. I pochi raggi di luce che filtrano dalle persiane chiuse puntano in direzione della cattedra. Al centro di questa, affiancata da due piccoli ceri, risplende una reiscrizione dell’Icona della Trinità di Andrej Rublëv.
Non è una lezione qualsiasi e lo si comprende subito entrando nell’aula gremita. L’attesa è palpabile, perché accanto all’icona, in cattedra, c’è Luciana Siotto, una delle più grandi maestre iconografe viventi, fondatrice e direttrice del Centro di Spiritualità Iconografica San Marco Evangelista di Roma.
È una lezione speciale, quella tenuta giovedì 14 aprile alla sezione San Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, nell’ambito del laboratorio Fede-Ragione-Religioni inaugurato lo scorso maggio.
La voce gentile di Luciana avvolge l’aula. Ad ascoltarla ci sono tanti giovani studenti del laboratorio, gli allievi dei corsi del quinquennio istituzionale, ma anche molti teologi giovani e meno giovani, parroci, operatori pastorali e baccellieri che seguono i corsi di specializzazione di Cristologia o di teologia pastorale.
«L’icona è luogo visibile e sensibile dell’infinito mistero dell’invisibile. L’icona è un concetto teologico che, invece di essere espresso in parole, è espresso in immagine» dice la Siotto all’inizio della sua ekphrasis. Parole che catturano l’attenzione dell’uditorio e lo preparano a ricevere la lettura spirituale.
Un incontro memorabile, fortemente voluto da Padre Edoardo Scognamiglio, teologo e docente della Facoltà Teologica, e da Don Antonio Ascione, segretario della sezione San Tommaso. Una lezione speciale che accende l’attenzione su un ambito, quello della teologia della bellezza, spesso trascurato non solo dagli studi curricolari delle facoltà, ma anche dalla spiritualità occidentale. Una strada da riscoprire e percorrere in compagnia dei fratelli ortodossi. Un cammino autenticamente cristiano, dunque autenticamente ecumenico.