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Giochi senza barriere alla Mostra d’Oltremare

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“Una festa per i nostri figli disabili e non solo”: la XII edizione di Giochi senza barriere,  che si è svolta a Napoli il 14 giugno, alla Mostra d’Oltremare, organizzata dall’associazione  “Tutti a scuola Onlus”, una festa che merita di essere raccontata. In primis, merito e onore all’associazione organizzatrice dell’evento, che  si occupa di difendere e valorizzare la qualità del tempo scolastico dei disabili, di creare opportunità nel tempo “vuoto” e promuove in tutte le sedi istituzionali nazionali e locali azioni di sensibilizzazione e di informazione per la crescita di una cultura della accoglienza nei confronti dei disabili.

 “Giochi senza barriere”, nasce dodici anni fa  come una festa dedicata ai disabili che non venivano invitati alle feste dei loro compagni di classe. Oggi è diventata una giornata gioiosa, dedicata a tutti i bambini disabili napoletani.  Una manifestazione per dare forza all’idea che il mondo insieme a tutti, ma proprio a tutti, potrebbe essere migliore, e la disabilità come un handicap da eliminare, affinchè i bambini non debbano sentirsi degli emarginati e discriminati. Non privarli dei propri sogni, non farli crescere come parte di una società, non farli sentire  solo come destinatari di momenti di beneficenza, ma soggetti verso i quali predisporre azioni di inserimento attivo. In un impegno atto a superare  quel senso di ingiustizia che si prova di fronte a un destino che ha deciso di disseminare di ostacoli il loro percorso di una vita.

Alla Mostra d’Oltremare, per la festa, presenti le  istituzioni dell’Accademia Aeronautica, la Polizia di Stato, i Vigili del Fuoco, la Guardia di Finanza, la Polizia Municipale, e delle associazioni Tutti a scuola Onlus, Unitalsi Campania.  La Mostra d’Oltremare si è trasformata in un parco di gioia e allegria, suddiviso in varie arie: i giochi, con giostre, animazione e divertimento per i bambini; area artisti di strada, con  momenti di equilibrismo, numeri circensi e acrobazie; area teatroarea laboratori, con performance pittoriche di maestri e studenti, laboratori creativi di ceramica e pittura, laboratorio pizza, a cura di Napoli Pizza Village; area maneggio, con cavalli, ponies e carrozze; area animali, giochi, acrobazie e coccole con gli animali domestici; area scientifica, a cura del CNR e del Dipartimento di Architettura dell’Università di Napoli Federico II;  area palco, a cura di Mario Porfito; area ristoro, a cura di Napoli Pizza Village; area pasticceria, a cura di Ciro Poppella; area caffè, a cura di Caffè Moreno; area servizi.  Le attività si sono svolte per l’intera giornata; dedicando un momento di raccoglimento pomeridiano,  con la celebrazione della preghiera Interreligiosa,  officiata da vari parroci, ispirata ai valori di pace, sacralità della vita e tolleranza che sono presenti in tutte le religioni. La preghiera, come segno di convivenza e rispetto reciproco, frutto del dialogo in atto da anni tra le comunità religiose della nostra città.

L’orgoglio degli organizzatori, ma anche dei 600 volontari che vi hanno partecipato, è stato  quello  di aver fatto nascere, di aver coltivato e fatto crescere un evento che  responsabilizza e autorizza a sognare, affinché “Giochi senza barriere” possa diventare  un giorno modello da seguire in tutte le città d’Italia. Toni Nocchetti, presidente dell’associazione promotrice “Tutti a Scuola Onlus”, ha  lanciato un vero appello alla cittadinanza: “La volontà è quella di fare gruppo per comprendere le reali necessità dei disabili e partecipare alle diverse iniziative organizzate”. Una festa a significare una esperienza di pedagogia dal basso; intere scolaresche, operatori professionali della disabilità lo ritengono un appuntamento imperdibile perché unico nel suo genere, il segretariato sociale della Rai e il presidente del Senato l’hanno adottata da due anni come esempio di “cittadinanza responsabile”.

Una festa per tutti e di tutti, uno straordinario esempio di come la solidarietà, i diritti, la cultura, il gioco, le arti e lo sport rappresentino facce della stessa natura umana.  In cui il  paese fa la differenza; nel caso di specie, in positivo, perché  un bambino non sa, non può chiedere, non può arrabbiarsi. Può solo crescere, se gli si dà la possibilità.