C’era una volta, anzi ci sarà una volta, a partire dalla primavera 2017, Father and Son al Mann di Napoli, il primo videogioco al mondo a due dimensioni e a scorrimento laterale realizzato e prodotto da un museo, Pensato come una nuova forma di story-telling, cioè come un nuovo modo di raccontare il museo, la sua storia e le sue collezioni, è un videogioco che diventa un’opera d’arte, una storia senza tempo, un’esperienza sul presente e sul passato. Nato da un’idea di Ludovico Solima, docente presso l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, in collaborazione con il direttore del museo, Paolo Giulierini. Sviluppato da TuoMuseo, realtà internazionale già vincitrice del bando Innovazione Culturale di Fondazione Cariplo per lo sviluppo di soluzione innovative in ambito culturale. Realizzato in inglese e italiano, è gratuitamente scaricabile su Apple Store e Google Play.
La storia - Michael è un giovane che si reca a Napoli, al Museo Archeologico Nazionale, dopo aver ricevuto una lettera di suo padre archeologo mai conosciuto che, prima di morire, vuole far conoscere al ragazzo in cosa sia consistito il suo lavoro.
Il gioco – Venti i personaggi, in una esplorazione di sentimenti quali amore, sogni, paura, attraverso un viaggio virtuale, durante il quale, Michael attraversa diverse epoche storiche: dall’antica Roma, all’Egitto, passando per l’età borbonica fino alla Napoli di oggi. Quella che inizia come un’esperienza personale diviene una storia universale e senza tempo, dove il presente ed il passato si alternano in una serie di scelte significative per il giocatore stesso. Accompagnato da una colonna sonora originale, declinata in relazione alle epoche temporali e agli stati d’animo del protagonista, con un finale diverso di volta in volta, dipeso dalle scelte del giocatore.
I progettatori – Al gioco stanno lavorando diversi specialisti: Fabio Viola (Electronic Arts Mobile, Vivendi Games Mobile), Sean Wenham (Ubisoft, Sony), Alessandro Salvati (autore di ADON Project e Anxiety Attack), Arkadiusz Reikowski (compositore delle musiche di Kholat e Layers of Fear).
Il sito - www.fatherandsongame.com, già attivo, collegandosi, il visitatore potrà visualizzare un’anteprima dei contenuti del videogioco nonché inviare una lettera ad una persona a lui cara. Un’idea di interazione che si ricollega all’incipit ed alla copertina attuale del gioco: un padre che invia una lettera al figlio. Sono state attivate anche la pagina FB (https://www.facebook.com/fatherandsongame) ed il profilo Twitter (https://www.twitter.com/FatherandSonVG) del gioco.
Perché un video-gioco può essere importante per un museo - È per il museo un nuovo strumento di comunicazione, utile ad accrescere la notorietà del museo stesso, anche a livello internazionale. Rappresenta una nuova forma di contaminazione, che consente sicuramente di intercettare nuove tipologie di utenti, i quali potranno tradursi, un domani, in nuovi visitatori.
Le dichiarazioni: Il direttore Paolo Giulierini: <<Oggi un museo come il Nazionale di Napoli deve salvaguardare e conservare, ma anche saper guardare al futuro e investire nelle nuove tecnologie. Perché le suggestioni di un’opera d’arte sono senza tempo. Si tratta di un colpo d’ala notevole, che ci permette di raggiungere a pieno uno degli obiettivi fondanti del Piano Strategico: la connessione con il pubblico, sia quello che visita il museo sia quello virtuale. Se si pensa che in tutto il mondo si potrà interagire con i contenuti storici del nostro Istituto e della città di Napoli attraverso questo peculiare strumento, che ormai va annoverato tra le nuove forme d’arte, non si può che essere soddisfatti della nostra disseminazione culturale>>. Fabio Viola:<<in Father and Son due mondi apparentemente lontani dialogano per raggiungere, toccare e sensibilizzare il pubblico mondiale sul complesso tema del rapporto tra presente e passato. Le storie prendono vita attraverso una pionieristica esperienza di storydoing, ponendo al centro il coinvolgimento del fruitore>>.