Quel che affidiamo al vento
Laura Imai Messina
Piemme
2020
pp.248
euro 17,50
Quel che affidiamo al vento è il nuovo romanzo di Laura Imai Messina, edito da Piemme e in commercio da gennaio 2020.
Laura Imai Messina ha 23 anni e si è trasferita a Tokyo per gli studi. Il suo primo romanzo è stato pubblicato nel 2014 con il titolo Tokyo orizzontale.
Trama: 11 marzo 2011, per il Giappone è un giorno da dimenticare.
Quell’undici marzo uno tsunami ha spazzato via qualsiasi cosa si trovasse davanti, diffondendo dolore e disperazione.
Yui, conduttrice radiofonica, perde sua mamma e sua figlia; Takeschi, medico, perde sua moglie e rimane solo con la sua bambina.
Nel giardino Giapponese di Bell Gardia vi è il Telefono del Vento, costruito da Suzuki-san.
Si tratta di una cabina bianca con un telefono nero non collegato: nessuno può mettere in comunicazione due persone ai due capi del filo, le parole sono trasportate via dal vento.
È proprio qui che si conoscono Yui e Takeschi.
Temi: Sulla montagna Bianca della Balena, immerso nel giardino di Bell, il Telefono del Vento esiste davvero.
È stato concepito come uno strumento curativo: chiunque voglia può prendere la cornetta e fare una telefonata immaginaria ad un proprio caro, magari per dire tutto ciò che non si è mai avuto il coraggio di esprimere.
Al contrario di quello che si possa immaginare, il romanzo non parla di morte, ma di vita, di rinascita.
I protagonisti affrontano il loro dolore dovuto alla perdita e cercano di aprirsi nuovamente alla vita.
La fortuna è dalla loro parte: trovano una persona con cui confrontarsi e condividere il proprio dolore.
L’amore può nascere nonostante tutto, nonostante il dolore e nonostante la cattiva sorte.
Yui e Takeshi ci insegnano che è possibile rinascere dalle macerie, costruendo fondamenta ancora più stabili.
Il testo esprime tutta la sensibilità dell’autrice, la quale è capace di affrontare tematiche oscure con grande dolcezza e naturalezza.