“TWILIGHT” di CATHERINE HARDWICKE; USA, 08.
Isabella, teen-ager introversa e “ribelle dentro”, capita in quel di Folks, nello Stato di Washington, la più piovosa città degli States. Incontra e s’innamora perdutamente di Edward, giovane dalla bellezza oscura e misteriosa. Questo film è tratto dal primo volume, omonimo, di una tetralogia di libri di Stèphanie Meyers, sulle vicende di vampiri teen-ager, che sta avendo un successo paragonabile a quello delle avventure di Harry Potter. Al botteghino il film sta sbancando, con un successo superiore alle aspettative. Sia la regia che la valida sceneggiatrice, Melissa Rosemberg, sono state molto attente a immergere un’ardente, romantica, ben scandita storia d’amore tra adolescenti in un’atmosfera di mistero e di consunzione fisica, quale è quella che si configura attorno al vampirismo. Non solo è una delle più intense metafore della contemporaneità, ma oggi ha un tratto quasi profetico nell’idea di “crepuscolo” (la traduzione del titolo), che ben si attaglia alle condizioni generali dell’attuale società occidentale e americana. La location della città, nel suo porsi cromaticamente sempre grigia e piovosa, è quanto di più vicino si possa immaginare ad una notte senza fine, in cui sono immerse le esistenze normali dei buoni cittadini, che vivono in una marginalità esistenziale comune e condivisa, anzi circondata e come controllata dai vampiri “buoni”, che abitano in una casa luminosa sopra la città in collina. Anche gli umani sono immersi nel crepuscolo, eppure lo ritengono consuetudine. Come tra noi, anche tra loro vi sono forti differenze di dimensioni individuali e comunitarie: è un articolato, complesso universo alternativo che convive col nostro. La tendenza del Fantasy e dell’Horror attuale non è più quella di mettere in scena dei mostri, ma degli Universi narrativi coesi, che hanno una loro completa credibilità, parallela a quella “nostra”. Per la verità è la grande scrittrice Anne Rice che, con “Intervista col Vampiro” e il ciclo di libri che segue, ha iniziato a porre in evidenza la soggettività umanizzata dei non-morti. Qui si continua e si approfondisce tale crinale tematico. D’altra parte l’insolita caratterizzazione dark rende ancora più “unica” la storia d’amore tra i due adolescenti, splendidamente caratterizzati dalle scelte di casting. Le due autrici del film hanno miscelato furbamente il glamour col romanticismo, cogliendo molte sfumature esatte di quel mondo giovanile. Scivolano agilmente dallo scenario urbano-familiare a quello del selvaggio scontro, passando per un senso e un uso non solo scenografico ma anche narrativo della dimensione naturale