EX di FAUSTO BRIZZI ITA-FRA, 09
Numerose storie s’intrecciano, con veloci spunti in comune. Sono tutte coppie che dopo essersi giurato amore eterno, instaurano la traiettoria dell’essere ex. Ormai il gruppo di registi-sceneggiatori Martano-Brizzi-Bruno, cui si deve il film e che ha lavorato per molti cinepanettoni, è una vera e propria “ditta”, seria e affermata. Coniuga con dignità e intelligenza, e talvolta perfino con una punta di genio, il lavoro di routine e il desiderio di esprimere il proprio amore per il cinema. Già l’idea del film a episodi, ma a “testo continuo”, cioè senza interruzione tra le varie vicende, rivela la loro ascendenza colta, rispetto al cinema. E’ un omaggio ai film della Commedia all’Italiana, a Luciano Emmer ed altri. Che loro hanno saputo orchestrare, senza sbavature, sia drammaturgiche, cioè di contenimento e coerenza logica delle singole storie, che stilistiche. Infatti si vede che gli “attacchi”, cioè l’inizio del segmento nuovo, sono particolarmente curati, sempre con invenzioni visuali giocate sul movimento, con “scatti”di montaggio molto azzeccati e in linea col clima corale del film. Il che fa capire la cura con cui è stato realizzato. Certo, non tutte le storie hanno egual riuscita. Si vede che, accanto a soluzioni ispirate ad una concezione superficialmente tradizionalista della famiglia, ve ne sono altre che, pur con la stessa allegria di fondo, ma con attenta motivazione, propongono soluzioni eterodosse, come la lancia spezzata a favore del matrimonio dei preti. Anzi, questo di Insinna-Gerini, con G.M.Tognazzi, Montesano come “spalle” attive, cioè dotate di personalità, è il miglior episodio, per accuratezza, simpatia dei caratteri e delle situazioni scenografiche e ambientali (la provincia un po’ burina), compattezza ed efficacia narrativa. Come anche quello con Brilli-Salemme, veloce e molto divertente, è giocato con un senso dei tempi di dialogo, con Orlando come “spalla”, che è dei commedianti di razza. Il meno credibile è quello di Bisio. Il suo rapportarsi alla moglie defunta, è risolto in modi esteriori, poco convincenti: tra l’altro in conflitto rimosso e non risolto con quelli precedenti di scapolone. Però è da rilevare che gli autori abbiano esperito il patetismo, che va letto come elemento dell’insieme. Esso, anche se infelicemente, pone un accento dissonante, ma realistico, sulla complessità dell’esperienza in tema di dinamiche di coppia. Anche in questo miscelare vari sentimenti, si sono ispirati alla lezione storica del cinema italiano. Di questa hanno fatto meglio tesoro nella riuscita ambientazione sociale, cogliendo molte sfumature comportamentali collettive, sia dei giovani che dei cinquantenni.