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Il convegno di Collevalenza – parte II

Collevalenza continuano i lavori del Convegno di Studi su

LA MISERICORDIA TRA GIUSTZIA E SPERANZA
 
Sabato, 7 febbraio 2009
Sessione antimeridiana
 
Questa mattina puntualmente sono ripresi i lavori del Convegno su “La misericordia tra giustizia e speranza” promosso dal Centro Studi della Congregazione dei Figli dell’Amore misericordioso in collaborazione con la diocesi di Città di Castello. Moderatore di turno il Prof. Luigi Alici.
I relatori di questa sessione antimeridiana hanno invitato a riflettere su  Giustizia, perdono e riconciliazione.
Dopo il saluto del P. Patrice Chocholski, Segretario generale del World apostolic congress of mercy, hanno svolto relazioni :
Il Prof. Maurizio Malaguti, professore di Filosofia teoretica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Alma Mater – Università di Bologna, noto studioso di metafisica classica e cristiana in rapporto a questioni fondamentali del mondo contemporaneo, ha svolto il tema: “Tra cielo e terra: luogo dato alla misericordia”.
   La misericordia – ha introdotto il Prof. Malaguti . è la via che si apre verso la verità di Dio: in questa prospettiva il Salmista leva il suo canto: «Misericordia e verità s’incontreranno» (Salmo 85, 11). Dio è in sé stesso Verità perfetta, trasparenza senza alcuna ombra. Affinché possiamo divenire partecipi della sua vita, Egli, liberamente e per puro dono d’amore, si fa carico del limite: nell’atto stesso di donare la libertà, Egli assume il nihil privativum, nasconde nel silenzio l’infinita intensità della sua gloria, crea persone libere di scegliere, dona loro il luogo ed il tempo della ricerca e dell’attesa fedele.
   Ogni intelligenza libera può inoltrarsi nella storia della luce o e può cercare di nascondersi nella tenebra del suo stesso rifiuto.
   Ogni intelligenza finita, anche la più alta tra tutte le creature, è costituita tra il cielo spirituale, che nessuno può partecipare pienamente, e la “terra” che gli corrisponde. Costruiamo i nostri mondi tra l’ interiorità non ancora manifestata e l’esteriorità non ancora definitivamente conquistata. Non si può permettere – ha argomentato il prof. Malaguti – che i progressi nella conoscenza della terra, pur irrinunciabili, spengano il desiderio di aprirci al cielo spirituale. Ma quanti sono accolti nella luce dello spirito sanno trovare e riconoscere anche sulla terra le rifrazioni dell’intelligenza che si è manifestata nella creazione. Ogni raggio di verità diviene allora non “patria”, ma “via”.
   Nella nostra debolezza noi cerchiamo o, al contrario, nel nostro orgoglio noi respingiamo la misericordia che concede beni immeritati. Ma la misericordia stessa è il dono: è la via sulla quale si incontrano le luci che scendono dal cielo e la fatica necessaria per il pane e per il vino.
 
    Il Prof. Francesco Viola, professore di Filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo, nella linea tracciata ieri dal Prof. Bruni, ha trattato il tema : “Giustizia e perdono: riflessioni sulla “transitional justice”.
   È possibile istituzionalizzare il perdono? La risposta a questa domanda – ha argomentato il Prof. Viola – va cercata dapprima in alcuni istituti di “perdono giuridico” e poi nell’esame dei tentativi recenti di giustizia politica nei regimi di transizione dalla dittatura alla democrazia. Prendendo, poi, come caso emblematico quello della Commissione “Truth and Reconciliation” del Sud-Africa ne ha esaminano alcune caratteristiche generali, in parte presenti anche in altri Paesi, quali, ad esempio, l’Argentina e il Cile.
    Nel corso della relazione il Prof. Viola si è posto una serie di domande: 1) Possono i popoli perdonare? Gli africani, gli armeni, gli argentini, i cileni possono perdonare’ e/o  chiedere perdono? 2) quali sono i rapporti tra la memoria individuale e la memoria collettiva? 3)Com’è possibile sanare le ferite dell’identità 4) Quali sono i caratteri propri del perdono? 5) In che senso il perdono politico e giuridico possono considerarsi come tappe del cammino verso il senso autentico del perdono?
    In conclusione l’oratore ha operato un confronto fra la frammentazione dell’idea di giustizia propria della modernità e il recupero dell’interrelazione fra le varie forme di giustizia, che è un’esigenza presente nel nostro tempo.
 
 
    Dopo le relazioni dei professori Malaguti e Viola hanno svolto interventi programmati i dottori Nicola Ricci, Luca Alici e Donatella Pagliacci.
 

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