A Portici, tutti gli anni, la prima domenica di maggio, si festeggia il patrono della città, dedicando l’intera giornata al culto di S.Ciro, uno dei santi più amati e venerati in Campania, tanto da attirare l’attenzione non solo dei fedeli porticesi, ma anche degli abitanti dei paesi limitrofi. La festa comincia alle 8 di mattina, allorchè il gonfalone del comune parte con il sindaco e l’amministrazione comunale dall’ex municipio per giungere in poco tempo a piazza S.Ciro, dove, sistemati sul palco appositamente allestito, si attende l’uscita della statua del santo dalla chiesa. In questo momento si dà il via ai fuochi d’artificio, accompagnati da palloncini colorati, bancarelle situate lungo tutto il corso Umberto e applausi in abbondanza. Poi si proferisce la messa e, in seguito, inizia la processione con i più fedeli che, vestiti dello stesso rosso porpora del mantello del Santo, si caricano la statua sulle spalle a dimostrazione di devozione e sacrificio. Seguiti da una ciurma di gente attraversano a piedi tutta la città, percorrendo tutte le strade principali ed entrando anche in quasi tutti i vicoletti più piccoli. La statua, dopo un lungo pellegrinaggio, rientra in chiesa verso mezzanotte ed il parroco tiene un discorso alla folla acclamante. In realtà, nonostante tale adorazione, pochi conoscono chi era veramente S.Ciro. Egli nacque ad Alessandria d’Egitto, una delle città più fiorenti dell’epoca dal punto di vista culturale ed esercitò durante tutta la sua vita la professione di medico. Venne denominato “medico anargiro”, ovvero senza argento, dal momento che era solito offrire le sue cure a tutti, anche ai poveri, senza chiedere niente in cambio. Fu perseguitato, però dall’Imperatore Diocleziano in quanto cristiano e fu costretto, pertanto, a lasciare la città natale . In seguito, fu anche torturato, volendo la tradizione che egli sia stato immerso nella pece bollente e, successivamente, decapitato il 31 gennaio 303.