Sabato sera di inizio maggio affollato e bagnato da una pioggia torrenziale. L’acqua si infrange con violenza sul parabrezza delle auto che sfrecciano su Via Marina. Genny e Alessia si conoscono da una vita. Sono cresciuti insieme nelle palazzine dei Puffi. Sono scesi presto perchè a casa non volevano più stare. Perchè volevano scrollarsi di dosso la stanchezza della settimana passata al cantiere o nella casa di qualche signore a fare pulizie. Perchè nei giorni di festa se resti a casa l’aria ti manca. Le pareti sembrano schiacciarti perchè si riempiono del tuo umore, delle tue malinconie. Dei tuoi incubi. Di fantasmi invadenti che non ti fanno ragionare. Sono andati a mangiare un panino e dopo girano in macchina con lo stereo ad alto volume per non sentire. Per dimenticare. Per lasciarsi tutto alle spalle. Le palazzine fatiscenti nelle quali abitano. Le serate di noia e violenza ordinaria. Il destino che si accanisce contro di loro. I genitori che non hanno mai avuto. Gli amici che li hanno traditi. Il sole che non vuole proprio uscire, che non li vuole riscaldare. Si fermano a Mergellina a guardare il mare nero e agitato che quasi arriva sulla strada, si fanno bagnare dall’acqua salata che fa bruciare gli occhi, li fa lacrimare. Il vento scompiglia i capelli e loro si riparano. Riprendono il loro vagabondaggio destinazione Posillipo. Si mettono a guardare le case nelle quali non entreranno mai. Si accendono una sigaretta e lo stereo ancora acceso manda la canzone che li ha fatti innamorare..
Attimi..flash! di fotografie
sembrano scene come in un replay
particolare sei diversa sei speciale
vogl’ tutt’cos’ e te
Si amano senza pensare a nulla. Senza guardarsi attorno. Senza paura. Senza timori. Si riprendono dallo squallore quotidiano, escono dalle gabbie in cui vivono. Alzano lo sguardo verso il cielo insieme. Ha smesso di piovere e fra un pò il sole sorgerà e le strade si asciugheranno. Della notte assieme resterà poco, quasi nulla. Solo un ricordo sbiadito. Delle immagini effimere. Delle scarpe bagnate.