COCO AVANT CHANEL. L’AMORE PRIMA DEL MITO di ANNE FONTAINE FRA, 09.
Gli anni della formazione di Coco Chanel, la più grande stilista del 900. Il film è tratto da un romanzo, che fonda il suo nucleo drammatico sulle vicissitudini rispetto all’unico grande amore della sua vita. E’ questo il suo punto debole. La tristezza e la solitudine che caratterizzavano il personaggio storico sono documentate: lei stessa ha raccontato numerose versioni della sua infanzia; il suo status di orfana e lasciata dal padre dalle suore fu chiarito solo dopo la sua morte. E nel film, una delle sequenze più belle e significative è proprio di Coco bambina che guarda ammaliata i copricapo a rondine delle religiose, e va ad attendere un padre che non verrà: si crea un alone di disillusione struggente in una cornice quasi fiabesca. La regista, cosceneggiatrice con la sorella Camille, ha voluto evitarnee la mitizzazione ex post: la tipa è ritratta anche come tosta e sufficientemente cazzimmosa, nel fare, in tempi magri, la mantenuta di un ricco e debosciato nobile, poi suo infelice innamorato. Anzi la sensibilità, il gusto, decisamente rivoluzionari, supportati da genialità e personalità, proprio in quell’ambiente furono educati. E’ una riuscita atmosfera collettiva di tipo proustiano, in cui rifulge il suo sguardo sull’aristocrazia tra l’ammirato, l’invidioso e il critico. L’attrice, A.Taotou, oltre ad essere molto rassomigliante, esprime bene questa sofferta sensibilità.