Paranormal activity di Oren Peli, USA, 2007.
Micah e Katie sono fidanzati e convivono in un appartamento a San Diego, in California.
Katie, sin da piccola, intrattiene una specie di “relazione” con un’entità sovrannaturale, che sembra seguirla ovunque, in tutti i suoi spostamenti. Micah non le crede fino in fondo, si mostra sempre parecchio scettico. Ma, per non deluderla e per verificare empiricamente la cosa, installa nell’abitazione una serie di telecamere, alfine di filmare ogni cosa; e inoltre si serve di una particolare strumentazione tecnica per rilevare tutte le anomalie acustiche, di giorno e di notte, ogni suono, anche il più impercettibile. Si tratta di una produzione americana low cost, che, mescolando sapientemente tutti gli elementi tipici del gena nell’abitazione una serie di telecamere, alfine di filmare ogni cosa; e inoltre si serve di una particolare strumentazione tecnica per rilevare tutte le anomalie acustiche, di giorno e di notte, ogni suono, anche il più impercettibile. Si tratta di una produzione americana low cost, che, mescolando sapientemente tutti gli elementi tipici del genere horror e non solo, ha dato vita ad un film che ha riscosso grande successo in tutto il mondo, dividendo, spesso e volentieri, critica e pubblico. Girato nel 2007 e proiettato per la prima volta allo ScreamFest Film festival, ma distribuito nelle sale statunitensi a partire dall’ottobre 2009, Paranormal activity è girato in stile “falso documentario” e le riprese sono volutamente amatoriali. Girato nell’appartamento del regista, in un ambiente domestico come ve ne sono tanti, un ambiente asciutto, tende a presentarsi come opera realistica, e proprio per questo, forse, ha avuto riscosso il plauso degli spettatori, che molto spesso si sono detti scossi da alcune sequenze.