Ogni squadra, ogni allenatore, ogni portiere ed ogni attaccante hanno una bestia nera. Quella del Napoli ha la maglia rossoblu e si manifesta sotto forma di Genoa o Cagliari. Oggi tristemente raccontiamo dell’ennesima volta in cui gli azzurri punti buttano via dei punti col Cagliari. Sì, perchè col Cagliari non ci si limita solamente a non vincere, ci si impegna a farlo in una maniera assolutamente autolesionistica. Si vince per quasi tutta la partita e ci si fa raggiungere in una manciata di minuti nel finale. Tante volte il Napoli ha vinto così, ma tocca sempre al Cagliari ricordarci che i ruoli posso rovesciarsi alla prima disattenzione. Anche quest’anno, il 12 dicembre 2009, è capitato. Tutto va per il verso giusto. Lavezzi apre le danze con una bordata rasoterra ad incrociare. Nel secondo tempo Pazienza si ritrova tra i piedi una palla che liscia clamorosamente e al secondo tentativo si fa perdonare firmando il raddoppio. Due a zero, sembra finita. Eh no, a un quarto d’ora dalla fine Larrivey accorcia le distanze, dopo 5 minuti Matri pareggia e addirittura, al 90′, Jeda (il solito Jeda) segna il goal del tre a due. Incredibile ma vero. Tre punti gettati con nonchalance nel sacchetto della spazzatura. Il nervosismo è altissimo e quando Allegri, “sportivissimamente”, allontana una palla appena uscita, Lavezzi non ci vede più e gliene scaraventa contro un’altra. L’espulsione è inevitabile. Il Napoli, comunque, assalta e al 96′ Bogliacino “salvanapoli”, come diceva Di Marzio dai microfoni di Sky, segna il goal del pareggio. Si spera che a Maggio, alla fine dei conti, questo punticino risulti utile, perchè per quel che ci riguarda, questo pareggio ha il sapore di un’amara sconfitta.