Dissoluzioni
La crisi dell’esperienza estetica tra arte e filosofia
di Massimo Iiritano
Rubbettino Editore
Il senso dell’esperienza estetica, oggi, attraverso un percorso originale e articolato, a partire dalle Figure di Gioacchino da Fiore, fino alle esperienze più significative delle avanguardie novecentesche e alla riflessione filosofica di Walter Benjamin. Questo il tema centrale di Dissoluzioni, secondo volume della sezione Teorica edito da Rubbettino per la nuova collana Arte Contemporanea.
Nella Prefazione, il noto filosofo Sergio Givone stigmatizza così le linee portanti del lavoro dello studioso catanzarese: <<Il fenomeno su cui Massimo Iiritano si interroga in questo suo libro intenso ma di ampio respiro, nonostante la piccola mole, è quanto mai problematico e degno della più attenta riflessione filosofica. Potremmo definirlo attraverso le domande che emergono da quello sfondo non privo di paradossi e di contraddizioni su cui esso si staglia: è ancora cosa per noi, l’arte, o non ci appartiene più, essendosi dileguata o trasformata in altro? E’ ancora arte, l’arte, o ciò che continuiamo a chiamare così è solo il prodotto di un’inerzia culturale?>>.
La collana Arte Contemporanea, della quale fa parte questo testo di Iiritano, rappresenta un’operazione editoriale di grande portata – presentata ed apprezzata in varie sedi, a partire dall’Arte Fiera di Bologna – vanta già all’attivo numerose pubblicazioni.
Alla presentazione del libro, presso la sede romana della Rubbettino, sono intervenuti, oltre all’autore Massimo Iiritano, il direttore di collana Giorgio Bonomi e il responsabile della stessa sede Maurizio Serio.
La discussione è stata accompagnata da una mostra sul tema curata da Lara Caccia e da una performance vocale di Anna Maria Civico dal titolo Disincronie. Un incontro ricco di suggestioni e di spunti, che ha coinvolto in una stessa serata le più diverse espressioni del contemporaneo, dalle arti figurative alla filosofia, dalla musica alla pittura. Ad esporre, gli artisti Anahi Mariotti, Maria Elena Diaco, Martin Figura, Pino Pingitore e Antonio Pujia Veneziano, i quali, pur provenendo da esperienze e percorsi diversi, si sono confrontati, con le loro opere, proprio a partire da quella che Iiritano ha definito “la dissoluzione dell’oggetto estetico nella modernità”.