“La dieta mediterranea e l’agricoltura da cui trae origine hanno un importante valore per l’economia, il turismo, l’ambiente e la salute per un Paese come l’Italia che ha saputo conquistare primati qualitativi e quantitativi ed è particolarmente positivo che esse possano ora avvalersi di nuove opportunità per restare un punto di riferimento per nuove prospettive di sviluppo”. E’ quanto ha affermato il presidente campano e vice presidente nazionale della Coldiretti, Gennarino Masiello nel giorno della decisione dell’iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.
La decisione costituisce un risultato storico per gli agricoltori italiani che vedono riconosciuti i risultati da primato in termini quantitativi e qualitativi ottenuti nella coltivazione dei prodotti base della dieta mediterranea – afferma la Coldiretti che ha servito al Campidoglio a Roma la prima maxispaghettata “Doc” preparata esclusivamente con pasta, extravergine e pomodoro della filiera agricola tutta italiana controllata dagli agricoltori, che provengono al cento per cento dai campi nazionali.
Se sul piano economico i prodotti della dieta mediterranea rappresentano una componente centrale del sistema economico nazionale e trainano le esportazioni Made in Italy, su quello ambientale contribuiscono a segnare in modo netto il territorio nazionale che – evidenzia il direttore della Coldiretti della Campania Prisco Lucio Sorbo – può contare su oltre duecento milioni di olivi molte dei quali secolari, colline disegnate da splendidi vigneti, ordinati frutteti in pianura e montagna e immense distese di campi dorati dal grano. La bellezza, l’identità territoriale, la qualità italiana sono i nostri punti di forza e su quelli bisogna puntare. Questa eccellenza è la chiave per affermare il nostro Paese nel mercato globale mettendolo al riparo dalle minacce dell’omologazione. Dall’agricoltura di qualità – prosegue il direttore Sorbo dipendono molte delle opportunità di sviluppo per diverse aree rurali che trovano nella campagna e nei suoi prodotti il carburante necessario per promuovere e valorizzare la propria dimensione territoriale. Bisogna cogliere le opportunità che queste realtà offrono per dare sostenibilità economica e sociale alla presenza di uomini e di imprese sul territorio. La Campania è fonte di risorse immense che, valorizzate in modo adeguato, possono diventare il volano di un nuovo sviluppo economico, una forza nuova capace di renderci competitivi, con una nostra identità, anche nel processo di globalizzazione in corso. Ogni possibile rilancio dell’agroalimentare – conclude Sorbo - passa per la valorizzazione del prodotto italiano, per la difesa di una qualità che non teme confronti, per il consolidamento di un legame con il territorio che rende il Made in Italy unico e straordinariamente appetibile sui mercati mondiali.
Pane, pasta, frutta, verdura, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari hanno soprattutto consentito agli italiani – sottolinea la Coldiretti – di conquistare il record della longevità con una vita media di 78,6 anni per gli uomini e di 84,1 anni per le donne, nettamente superiore alla media europea. Secondo recenti studi pubblicati sul British Medical Journal analizzati dal team di Francesco Sofi, nutrizionista dell’Università di Firenze, la dieta mediterranea – come sottolinea anche la Coldiretti – riduce del 13 per cento l’incidenza del Parkinson e dell’Alzheimer, del 9 per cento quella per problemi cardiovascolari e del 6 per cento quella del cancro. Un ulteriore studio, stavolta della Fao, ha dimostrato poi che negli ultimi 45 anni la dieta mediterranea basata sul consumo di frutta fresca e verdura è stata abbandonata e dal 1962 al 2002, in 15 paesi europei esaminati, l’apporto calorico giornaliero è aumentato di circa il 20 per cento, passando da 2960 kcal a 3340 kcal. Ed in Grecia, Spagna, Portogallo, Cipro, Malta ed Italia l’apporto calorico giornaliero è aumentato del 30 per cento, con effetti sul piano dell’obesità e della salute. Dal riconoscimento dell’Unesco – conclude la Coldiretti – può venire dunque un importante impulso anche al recupero di sane abitudini soprattutto nelle giovani generazioni dove il problema del sovrappeso e dell’obesità riguarda un terzo dei bambini.