L’Europa, ovvero una dittatura dei potenti. Questo il messaggio che emerge da La dittatura europea, il saggio dal taglio giornalistico e fortemente euroscettico apparso nel 2010 ad opera di Ida Magli, scrittrice e giornalista de La Repubblica che già nel 1997 si era fatta conoscere con il suo Contro l’Europa.
Un’approfondita ricerca sul fenomeno di mondializzazione che sarebbe alla base dei progetti di Comunità europea, soprattutto di Unione economica e monetaria. L’opera suona quasi come un libro-choc per il lettore, soprattutto oggi nella ricorrenza dell’anniversario del primo passo verso l’integrazione comunitaria (la dichiarazione Schumann del 1950).
Incipit del saggio dedicato al “Pentalogo” di Maastricht – come definito dall’autrice – in cui sono contenute le regole fondamentali di libertà caratterizzanti il Mercato unico.
Il problema di fondo della forzatura europea messa in atto dai potenti, il crollo delle identità culturali nazionali, i vantaggi indiscussi delle banche e dei grandi finanzieri mondiali. Tutto questo accompagna l’analisi di Ida Magli che non risparmia i sovrani delle più potenti monarchie moderne, rei di aver taciuto dinanzi all’incedere dell’ondata europeista.
Fra le vittime illustri della critica anticomunitaria la regina Elisabetta d’Inghilterra, papa Giovanni Paolo II, la stampa nazionale e perfino i maggiori “interessati” all’entrata nell’euro, Carlo Azelio Ciampi e Romano Prodi.
Morti misteriose di personaggi “scomodi” per le lobby della moneta – dall’ex governatore della Bce Duisenberg al premier austriaco Haider – nonché associazioni segrete quali Bildelberg e logge massoniche sarebbero state all’origine della attuale situazione di Europa unita.
L’interesse del politico che cede vergognosamente all’interesse del banchiere, una sempre maggiore privazione arbitraria – e silenziosa – dei diritti per i cittadini “europei”, catapultati in un contesto unificato ma solo sulla carta e senza alcuna consultazione popolare alla base.