A chi non è capitato di voler fuggire il caos della nostra città per rifugiarsi in un parco verde, come quello della Villa Floridiana, nel cuore dell’animato quartiere vomerese. La villa è meta prediletta di turisti e cittadini amanti della natura, che vi si recano per tranquille passeggiate all’insegna del relax. La villa fu acquistata nel XIX secolo da Sua Maestà Ferdinando IV di Borbone per la sua seconda moglie, la duchessa di Floridia, dalla quale il parco prende il nome e alla quale il re regalò la bellissima residenza di Villa Lucia che sorge al suo interno. La villa, oltre ad essere un bellissimo esempio di architettura neoclassica e ad ospitare sentieri coronati da rare specie di piante e fiori, è anche museo, sede delle collezioni di bellissime ceramiche e maioliche del duca di Martina. Ed è proprio passeggiando per i suoi giardini che alcune signore raccontano di aver avvistato tra la rigogliosa vegetazione uno strano signore dal naso grosso. E’ il fantasma del re Lazzarone o Nasone. Così fu definito Ferdinando per la sua pigrizia e per il naso molto pronunciato. Salito al trono a soli otto anni, aveva ben presto eletto a passatempo preferito la compagnia delle belle donne. Al re burlone infatti piaceva correre sempre dietro a tante donne, caratteristica che lo portò a conquistarsi una reputazione da vero e proprio Don Giovanni. Nonostante sia da molti e molti lustri defunto, il re sembra proprio aver perso il pelo ma non il vizio. Infatti, si dice che il suo fantasma si aggiri tra i sentieri dei giardini della villa vomerese e per alcune strade del quartiere, divertendosi a giocare con le signore di bell’aspetto. Ma le avvenenti donne partenopee non hanno motivo di preoccuparsi; anche se dovessero incontrare da un momento all’altro incontrare il re burlone, non correrebbero alcun rischio. Stando a quanto si dice, il fantasma del re, infatti, non si diverte a spaventare le signore, anzi si rivela un vero e proprio galantuomo: sorride alla bella donna, talvolta si inchina e subito scompare nel nulla, facendo sentire sollevate le donne oneste e lasciando magari l’amaro in bocche a quelle che, dall’incontro con il regale amatore di fama, si sarebbero aspettate, diciamo così, qualcosa di più.