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La crypta neapolitana

Percorrendo la panoramicissima via Caracciolo, si giunge in un luogo molto misterioso, vicino alla galleria che conduce al quartiere di Fuorigrotta. In quei pressi si trova una grotta scavata nel tufo, che risale al 37 a.C., lunga 742 metri e alta 5, opera dell’architetto romano Lucio Cocceio. Ma la leggenda vuole che l’autore di questa grotta in realtà sia il celebre poeta latino Virgilio. Si racconta infatti che Virgilio, nella veste di mago, scavò la montagna e costruì la grotta in una sola notte con l’aiuto di esseri sovrannaturali. Nei tempi antichi la grotta fu anche protagonista di riti collettivi e culti orgiastici dedicati a Priapo, testimoniati da Petronio nel libro del Satyricon; al suo interno, inoltre, fu edificato un tempio in onore del dio Mithra, solare divinità della civiltà persiana. La grotta è dunque testimonianza, da un lato, di un passato legato ai riti pagani, dall’altro di riti cristiani dedicati alla Madonna, in onore della quale in tempi meno lontani è stata edificata  la chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, dedicata alla natività della genitrice del Signore. Oggi le pratiche magiche e riti dell’antichità che avvenivano in questo luogo continuano a sopravvivere grazie ad una storica festa popolare e folkloristica, che avviene proprio nel quartiere di Piedigrotta; festa estremamente vivace che con i suoi carri allegorici e le numerose bancarelle allieta ogni anno le strade della nostra città.

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