Scrittore, giornalista, eccentrico e controverso personaggio televisivo, Giampiero Mughini ha presentato il suo nuovo libro, In una città atta agli eroi e ai suicidi – Trieste e il caso Svevo, lo scorso venerdì 28 ottobre presso il prestigioso circolo nautico di Torre del Greco, nel corso di una serata letteraria moderata dal giornalista locale Angelo Ciaravolo.
In una città atta agli eroi e ai suicidi – Triste e il caso Svevo è, al contempo, una biografia di Italo Svevo, al secolo Ettore Schmitz, ed un libro che delinea i contorni della città di Trieste nella quale secondo le statistiche si registra il maggior numero di suicidi in Italia. Mughini ripercorre la storia di una città che ha vissuto numerosi disagi a causa della varietà di etnie e lingue che l’hanno popolata. Una città che ha combattuto a lungo per essere italiana, ma che forse deve proprio alla sua cultura cosmopolita l’onore di aver dato i natali a Svevo, Saba, Slataper, Stuparich e Renzo Rosso, tanto per citarne alcuni.
E proprio a proposito di Svevo, Mughini rivela che nell’arco della sua vita questi non ha venduto più di duemila copie delle sue opere e che era un grande ammiratore di Pirandello, al quale mandò alcune stampe dei suoi ultimi libri senza ricevere mai risposta. L’autore ha poi raccontato di aver appreso, durante le ricerche per la stesura del libro, che il nipote più giovane di Svevo, il bambino che era solito chiamare “zio” Eugenio Montale, sarebbe morto da ragazzo proprio per rendere Trieste italiana.
Nell’ambito dell’evento il noto giornalista è stato definito un artista contemporaneo e in un breve intervento dalla platea qualcuno ha riportato alcune parole di un’intervista realizzata allo stesso Mughini, del quale riassumono l’essenza: « Se uno che scrive non si caccia nei guai, che razza di scrittore è?».