Passeggiando per il centro storico di Napoli sarà difficile non notare il famoso arco con l’orologio che si disegna accanto al campanile dell’antica chiesetta di Sant’Eligio. A detta di alcuni critici l’arco ricorderebbe alcune architetture francesi come l’orologio pubblico di Auxerre o la torre ad orologio di Rouen. La struttura dell’arco di Sant’ Eligio è interamente in pietra e mattoni ed è formata da due piani, nel primo dei quali all’interno di un decoro gotico si inserisce il quadrante dell’orologio, mentre in alto al secondo piano si apre una finestra. La leggenda sorta intorno a questo luogo è narrata nell’Historia di Napoli del Summonte già nel Cinquecento e ripresa successivamente dal Croce. Lo scrittore racconta che un nobiluomo appartenente alla famiglia dei Caracciolo, tale Antonello, titolare di un feudo in Calabria, si innamorò perdutamente di una fanciulla molto giovane, sua vassalla. Non riuscendo in alcun modo a corromperla, accusò ingiustamente il padre di omicidio facendolo imprigionare e sostenendo che l’avrebbe liberato solo quando la giovane si sarebbe decisa a soddisfare i suoi desideri. Il padre della fanciulla chiese udienza ad Isabella d’Aragona per ottenere giustizia. La regina, inorridita per l’accaduto, ordinò di far catturare il nobile signore. Isabella costrinse Antonello Caracciolo a sposare la giovane pubblicamente nella piazza del Mercato, luogo in cui, immediatamente dopo, lo fece decapitare. Così fu consumata la vendetta. Questo il prezzo che il nobile pagò per l’ immorale condotta nei riguardi di una giovane innocente.
Ma cosa ha a che fare tutta questa storia con l’arco di Sant’Eligio? Apparentemente ben poco. Ma non è affatto così. Pare che il costruttore della torre non abbia voluto far dimenticare l’accaduto, volendo così lasciare su di essa un segno indelebile. Se si osserva bene l’ arco si notano agli angoli inferiori dell’orologio due cerchi, all’interno dei quali ci sono due teste di marmo raffiguranti un uomo e una donna. Sono i ritratti del Caracciolo decapitato e di colei che fu sua vittima e sua sposa. Ogni volta dunque alzando lo sguardo verso l’orologio ci ricorderemo di questa storia, una tra le tante della nostra città, inesauribile miniera di Storia, storie e misteri.