Monitoraggio e osservazione ad altissima quota: questa la scommessa degli 11 nuovi satelliti targati ESA (Agenzia Spaziale Europea).
Veri e propri occhi di lince elettronici puntati sul Mar Mediterraneo a 600 km di altezza, gli ESA trovano applicazione in un campo vastissimo ed esplicano molteplici funzioni tra cui: il controllo dei flussi migratori, il sistema di allerta alla protezione civile e alla guardia costiera in caso di maltempo, la lotta al terrorismo e la scoperta di eventuali risorse naturali e bacini sottomarini rimasti ancora inesplorati.
I satelliti sono stati puntati nelle scorse settimane sulle coste africane e su quelle italiane, e rappresenteranno uno strumento importantissimo per controllare i movimenti delle barche in navigazione tra i vari porti.
Si tratta di dispositivi elettronici altamente sofisticati, capaci di intercettare barche fino a 4 metri di lunghezza. Solo mediante strumentazioni come queste si riuscirà a verificare la presenza di imbarcazioni delle quali mancano informazioni ufficiali riguardo partenze e arrivi, nazionalità e destinazioni: i cosiddetti barconi carichi di migranti dovrebbero essere intercettati prima e meglio.
Degli 11 satelliti posizionati, 6 sono radar, (di cui solo 4 sono italiani), mentre gli altri 5 sono ottici. Il sistema di sorveglianza di terra si chiama Mariss, (European Maritime Security Services), è gestito dalla società E-Geos, di cui fanno parte l’Asi- Agenzia Spaziale Italiana e Telespazio. La struttura è frutto della collaborazione tra la Guardia Costiera e la Guardia di Finanza italiane, la Marina Militare Italiana e l’Esa.
Secondo Volker Liebig, direttore dell’Esa, <<La copertura del Mediterraneo non è comunque completa, e a partire dal 2013 potrebbero aggiungersi altri 4 radar Sentinel in grado di garantire ogni 5 giorni una sorveglianza totale del globo terrestre>>.