La passione è il centro della leggenda di questa settimana.
Un nobile signore, appartenente ad uno dei primi Seggi della città, si innamorò perdutamente di una fanciulla di un casato nemico. Egli aveva un carattere molto violento, passionale e focoso, subito pronto all’ira e incline al risentimento. Per amore di lei, però, si sforzò di diventare umile come un poverello a cui manca il pane. Ma l’amore dei due giovani non valse a diminuire la collera tra le due famiglie, anzi la accese ancora di più e la famiglia Capri non volle acconsentire al matrimonio. Per trovare un rimedio alla situazione, fu deciso di imbarcare la fanciulla su una feluca e mandarla in un paese lontano. Ma lei, troppo innamorata, distrutta dall’abbandono, dopo una breve preghiera, decise di lanciarsi nelle onde, da cui nacque poi un’isola azzurra e verdeggiante. Ma neanche nel cuore del nobile Vesuvio (questo era infatti il nome del cavaliere) si placò l’amore: quando seppe della terribile sorte della sua amata, incominciò ad urlare, strepitare, lanciare caldi sospiri e lacrime di fuoco. Si gonfiò talmente tanto che divenne un monte che eternamente arde delle fiamme dell’amore infinito.
Così egli è costretto a rimirare da lontano la sua bella Capri e non può raggiungerla. Quando la sua rabbia freme troppo, allora inizia a gettare lampi di fuoco e di fumo…
Questa la triste e millenaria leggenda sulla nascita del vulcano più bello e dell’isola più affascinante del mondo.