Il mondo contemporaneo ci porta a vivere e condividere lo stesso territorio con persone diverse che provengono da altri continenti, scappano dalle realtà dei loro paesi e approdano sulle coste italiane mettendo a repentaglio la loro stessa vita. Sono emigranti in fuga, alla ricerca di una sistemazione migliore per se stessi e per le loro famiglie. Scelta non facile, ma coraggiosa, quella di chi decide di vivere in un altro paese in contesti urbani e culturali estremamente diversi dai propri. E’ questo e molto altro ancora ciò che cerca di trasmettere Marco Menduni nel suo reportage fotografico in mostra dal 26 giugno alla fine di agosto presso la sala Carlo V del Maschio Angioino a Napoli. Con l’obbiettivo della sua macchina fotografica, Marco Menduni ha catturato la storia di Amir, originario del Ghana, in Italia dal 1996, e la sua vita da venditore ambulante con la speranza di essere inserito nella nostra società. Il lavoro fotografico dal titolo Mi chiamo Amir e questa è la mia storia racconta attraverso le immagini attimi di vita di Amir, trasmettendo una realtà estremamente attuale: quella di una società multietnica come la nostra in cui spesso a causa di pregiudizi sociali chi non appartiene al nostro paese viene privato della sua identità, costretto a vivere ai margini di una società con la quale diventa difficile integrarsi.