Quanto più il pubblico giovanile si allontana dal mondo teatrale, dai messaggi culturali e dal processo formativo di cui esso si fa carico, tanto più attori e registi avvertono l’esigenza di abbandonare momentaneamente il palcoscenico per portare in strada la loro arte. Ecco ciò che è avvenuto lo scorso 6 ottobre, in Piazza Madonna dei Bagni, a Scafati, dove la compagnia teatrale Tavole da Palcoscenico ha presentato lo spettacolo CIRCUS Ovvero Il vecchio circo di Don Ciccio. Ispirandosi liberamente all’opera del commediografo stabiese Raffaele Viviani, la regista Iolanda Salvato ha proposto, sotto le vesti dell’affascinante mondo circense, la rappresentazione di un’esistenza povera e squallida, affamata di successo e verità, ma capace di nutrirsi unicamente di finzione. A muovere le fila del racconto, le storie del clown Samuele e di Donna Zenobia, entrambi traditi dai rispettivi compagni ed entrambi vittime dei pettegolezzi di Bettina, la serpe che svela gli inganni e semina zizzania tra le famiglie che lavorano nel circo.
Non ci sono numeri, salti o acrobazie. L’opera mette in scena la quotidianità, con le sue ansie e le sue paure, coi suoi sorrisi e le sue lacrime. I costumi, a cura di Adelia Apostolico, passano dai colori bianco e avorio degli abiti d’apertura alla policromia degli abiti in festa, con i quali acrobati, clown e giocolieri si preparano ad andare in scena, totalmente travolti dall’unica certezza che lo spettacolo deve andare avanti, nonostante tutto, anche quando «tiene ll’ossa tutte spezzate… e ‘a morte dint’ ‘o core». Ed ecco che, paradossalmente, sul finale gli attori tornano ad indossare i colori chiari coi quali avevano aperto la serata, quasi ad indicare che è la loro stessa vita ad andare in scena, ogni giorno, nonostante tutto. Quale posto migliore della strada, dunque, per rappresentare il grande teatro del mondo? In quale luogo, se non in piazza, avrebbero potuto darsi appuntamento la realtà e la finzione, il teatro e la vita? Di sabato sera, nel cuore di Scafati, la compagnia Tavole da Palcoscenico ha lanciato un messaggio ben preciso: fare cultura attraverso il teatro, la musica e la poesia deve essere una necessità, non un diversivo.