Torino chiama, Napoli risponde. E’ questo lo spirito che pervade l’ottava edizione del prestigioso FestivalStoria, ideato alcuni anni fa dal professor Angelo d’Orsi, che quest’anno per la prima volta, in collaborazione con il professor Luigi Mascilli Migliorini, codirettore del Festival e docente presso l’Università partenopea L’Orientale, ha deciso di realizzare un ponte ideale tra il capoluogo piemontese e la multietnica Napoli, quale capitale morale del Mediterraneo. Complice di questa collaborazione è il tema al centro della rassegna dal quale deriva anche il titolo Mediterraneo mare nostrum?. Dal 3 al 4 dicembre l’evento si svolgerà a Torino per approdare il 5 a Napoli dove terminerà il giorno 8. Dibattiti, documentari, mostre e concerti animeranno le due città. «Desideriamo far vivere il Festival nei luoghi della città che sono essi stessi storia» ha dichiarato l’Assessore alla Cultura e Turismo Antonella Di Nocera. Al Castel dell’Ovo il 5 dicembre alle 15.30 si terrà la cerimonia inaugurale, mentre presso la Basilica di S.Giovanni Maggiore lo stesso giorno, alle 21, verrà proiettato La seconda natura, il docufilm di Marcello Sannino incentrato sulla figura dell’avvocato Gerardo Marotta, fondatore dell’Istituto degli Studi Filosofici. Altro protagonista del vivace ambiente intellettuale napoletano è lo storico Giuseppe Galasso che il 5 dicembre, presso il Castel dell’Ovo, darà il proprio contributo all’evento con la lectio magistralis dal titolo Napoli, tra Europa e Mediterraneo. L’analisi dello sviluppo della ex colonia greca nell’arco di due millenni e mezzo di storia fornirà un’ immagine inedita della città.
Storicamente luogo di scambio e di confine, spazio comune di civiltà, ma anche di morte, il Mediterraneo risulta sempre più difficile da controllare e da attraversare. Nel 2011 sono state millecinquecento le vittime, per la maggior parte erano immigrati. Ai nuovi flussi migratori che affollano il Mare Nostrum sono dedicati numerosi dibattiti, tra questi Mare criminale a cura di Francesco Barbagallo e Gabriella Gribaudi, Le nuove rotte dei disperati del mare, un’ampia discussione sulle recenti rivoluzioni politiche nordafricane che si svolgerà a Città della Scienza il giorno 6, alle 9.30, seguito da «Rivoluzione» del Mediterraneo?, dibattito sulla primavera araba con Gian Paolo Calchi Novati e Alessio Genovese. Quest’anno FestivalStoria si propone di spiegare l’evoluzione di un universo tanto articolato quanto affascinante con la speranza di poter costruire un sodalizio destinato a durare tra due città ricche di storia quali Napoli e Torino, come ha ribadito in conferenza stampa il professor Migliorini. Simbolo della continuità e del gemellaggio tra i due capoluoghi saranno l’incontro che il 4 dicembre si terrà a Torino, presso il Museo Nazionale del Risorgimento, tra i rispettivi sindaci, Luigi De Magistris e Piero Fassino, ed il dibattito La fabbrica: durante il quale, il 7 dicembre a Castel dell’Ovo, due operai torinesi e due partenopei metteranno a confronto le proprie esperienze lavorative nella più grande casa automobilistica italiana, la Fiat.
Napoli è crocevia di culture diverse da esprimere anche nel linguaggio universale della musica. Flash mob musicali e performance metropolitane si terranno presso le stazioni metro di Toledo, Piscinola e Cimarosa. Tra i numerosi concerti, l’8 dicembre presso il Convento di San Domenico Maggiore, l’Orchestra Multietnica Mediterranea esalterà con caratteristiche armonie il valore dell’incontro tra culture diverse.
Il tema del Mediterraneo è fondamentale per Napoli, l’unica grande città europea priva di un’economia innovativa, perché punta l’attenzione sul rapporto tra l’economia mondiale e la necessità di una forte risposta nazionale coadiuvata da una cultura rigorosa che non sia mera riflessione o elaborazione letteraria, ma soprattutto conoscenza.