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PROMETHEUS

Un inizio visivamente potente, tanto da illudersi di stare per assistere, dopo Blade Runner e Alien, ad un nuovo capolavoro, degno della filmografia di Ridley Scott. A ridimensionare le aspettative ci pensano una riedizione dell’anziano miliardario che, bramando null’altro che il segreto dell’immortalità, si finge mecenate e finanzia una spedizione di paleontologia aliena su un altro pianeta; la solita équipe allestita per l’impresa, formata da specialisti e scienziati ardenti del sacro fuoco della conoscenza; alieni simil-Avatar custodi del segreto della vita sulla Terra.

La regia e qualche buona interpretazione (senz’altro quella Michael Fassbender nei panni del tipico androide scottiano) ce la mettono proprio tutta per tenere in piedi una sceneggiatura ovvia e spiccia. Sconcertante la prima notte sul pianeta alieno: anziché vigilare sull’attività che avviene all’interno della base extraterrestre, ogni membro dell’equipaggio si dedica ad attività “ricreative” (sesso, alcol, eccetera), come neanche dei liceali in gita scolastica.

Algida e inconsistente Charlize Theron, prigioniera di un personaggio sospeso, mal definito, superfluo.

Al sequel occorrerà molta più credibilità.

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