Alcuni psicoanalisti affermati, come Aron T. Beck ed Albert Ellis, ad un certo punto della loro carriera, si resero conto che tutto quello che la psicanalisi ortodossa considerava ‘spazzatura’, ovvero i pensieri che transitano nella coscienza, causavano il malessere emotivo. Così, fondarono nuovi e indipendenti approcci psicoterapici, la Terapia Cognitivo Comportamentale e la Terapia Razionale Emotiva Comportamentale, che attualmente si caratterizzano come gli approcci più validi esistenti a livello mondiale. Tali approcci si fondano sull’assunto semplice e verificabile secondo cui i disordini emotivi e le successive azioni comportamentali per gestirli derivino dai pensieri. Se ci si convince, ad esempio, di stare per morire e si crede fermamente a tale idea, a prescindere dalla veridicità o meno di tale pensiero, a partire da tale convinzione (che è assolutamente vera per la persona che la possiede), si innalza un picco d’ansia tale da poter sfociare in un vero e proprio attacco di panico. Di conseguenza andremo al pronto soccorso, o chiederemo l’aiuto di un caro. Convinzioni come quella appena vista, possono innescarsi a partire da un cosiddetto trigger, ovvero un episodio, un ricordo, uno stimolo sensoriale. Ad esempio, mi accorgo del mio cuore che accelera e penso di stare per morire. Di conseguenza, comincerò a sentire la mia ansia attivarsi e crescere. Tali pensieri non sono casuali e non tutte le persone fanno gli stessi pensieri di fronte allo stesso trigger. Qualcuno potrà pensare: “Mi batte il cuore, perché ho salito di corsa le scale”, altri “Perché mi sono emozionato”, altri ancora “Perché sto per avere un infarto”. Questi ultimi danno una spiegazione catastrofica al trigger e lo fanno per un motivo preciso. I pensieri, infatti, derivano da credenze profonde che tutti noi abbiamo su noi stessi, sugli altri e sul mondo. Se sono convinto di essere essenzialmente una persona vulnerabile, a prescindere dal fatto che io sia davvero cagionevole o meno, interpreterò ogni -o gran parte- dei trigger afferenti all’area somatica come minacciosi alla mia vita. Ecco che un’extrasistole diventa un infarto imminente, un capogiro il segnale di un tumore, una dimenticanza come segno di pazzia. È tutto nella nostra mente.