Nell’ambito degli Incontri Vesuviani 2008, la dimora Fiume di Pietra ospita dal 10 al 12 ottobre “Nomad: la danza dello scialle nero”. Per tre giorni, alle pendici del Vesuvio, si terrà un incontro sull’antica cerimonia di elaborazione del lutto e della separazione presso i popoli nativo americani. Ospite dell’evento sarà Nomad Winterhawk – sciamano, psicologo, artista, nonché consigliere spirituale Apache della tribù dei Tumontcoko Na-Chista. Fulcro centrale dell’evento è la descrizione e rappresentazione della danza dello scialle nero, il cui ruolo nella cultura dei nativi americani ha una forte significato allegorico. Questa particolare danza, infatti, accompagna la donna nei suoi momenti di dolore, conseguenti alla perdita di qualcuno o qualcosa: la perdita di un figlio o del compagno di vita, la chiusura di una relazione d’amore, di lavoro oppure la perdita della libertà personale e la perdita della propria verginità. Compito dello scialle è tenerla calda, al sicuro, soprattutto quando riaffiora qualcosa d’irrisolto. In autunno si danza il “cadere” e il “lasciare andare” con lo Scialle Nero. Il dolore smette di essere una nube informe e indifferenziata nel proprio intimo e diventa una danza condivisa per l’elaborazione del lutto, della perdita, della separazione. Dopo che ci si è dati “il diritto” di soffrire, ci si dà “il diritto” di danzarlo. Con la danza dello scialle nero si esalta il ruolo della donna nella società dei nativi americani: la donna è, infatti, è colei che dà la vita e colei che ha il potere e l’ultima parola per toglierla. Da lei nasce tutto. Se le donne stanno male tutta la comunità sta male, così ci si adopera per creare gli strumenti che possano accoglierla e farla rifiorire in nuova luce: dare vita alla donna che dà la vita, è dare vita alla comunità in cui cresce e matura la vita stessa.