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Aglianico e vini tipici dell’Alto Casertano

“Chi non beve mai vino ha un segreto da nascondere” diceva Charles Baudelaire. Quando la saggezza letteraria si unisce alla sapienza contadina, e quest’ultima si avvale dei fertili vigneti nostrani, nascono elisir dai sapori unici. Parliamo dei vitigni dell’Alto Casertano. Di seguito offriamo una carrellata di pregiati vini ad indicazione geografica tipica, e un succulento risotto innaffiato dall’Aglianico.

 

Principale vitigno a bacca nera dell’Italia Meridionale, l’Aglianico acquisisce profili sensoriali diversamente speziati in base alle principali aree di coltivazione: così troviamo il Taurasi, dal colore rubino con riflessi purpurei, di tabacco, chiodi di garofano, pepe nero, petali di rosa secchi; il Taburno, fruttato con note che richiamano le more ed il ribes nero, e il Vulture, dominato da aromi di violetta, ciliegia matura e tabacco.

 

Aglianico di Roccamonfina Rosso IGT, ovvero Santo Sano

Benedetto da un convento di Cappuccini, che battezzarono le sue vigne di provenienza come del “Santo Ausano”, la sua uva è un misto di Aglianico (80%), Piedi Rosso e Montepulciano (20%). Ha un grado alcolico di 13,00% Vol.

 

Aglianico di Galluccio Rosso DOC, ovvero Conte di Galluccio

Eredita l’appellativo dalla nobile Contessa di Galluccio, proprietarie delle vigne nel 1940. Proveniente da uva aglianico 100%, viene temperato in barriques di allier per 8/10 mesi. Da affinare in bottiglia per 4 mesi. Ha un grado alcolico di 13,50% Vol.

 

Rosato IGT di Roccamonfina

Piacevole, fresco, profumato, il Vino rosé è estremamente versatile con molti cibi: la bassa quantità di tannini (composti che conferiscono al vino il sapore asprigno), pertanto una bassa astringenza, lo rende utile nelle preparazioni a base di pesce, in particolare zuppe di pesce e pesce arrosto riccamente condito e aromatizzato, con i funghi, con i latticini, così come con i formaggi freschi e non stagionati.

 

Pallagrello Nero di Sant’Angelo d’Alife e Ruviano

Dal color rubino e dal profumo deciso, i sentori di bacca selvatica e le note delicate di aromi e spezie ne assicurano un sapore secco, pieno ed elegante. Si abbina a carni rosse, formaggi stagionati e grigliate. Vino DOC di Terra di Lavoro, è conosciuto ed apprezzato sin dall’ ‘800, e pare che lo stesso Ferdinando IV di Borbone amasse il suo gusto secco e raffinato, dai sentori delicati di frutti di bosco. Oggi è il vanto enologico per Sant’Angelo d’Alife e per i terreni situati alle pendici del Matese. Dal tipico color rosso- violaceo, ben si abbina a carni rosse, arrosti, brasati e formaggi stagionati quali l’ottimo pecorino di San Pietro Infine.

 

Risotto all’Aglianico

 

Ingredienti

 

riso – 200 gr
- salsiccia (preferibilmente di maialino nero casertano) – 240 gr
- Aglianico – 250 ml
- foglie di lauro
- timo – qualche rametto
- brodo vegetale – 1/2 litro
- provola affumicata – 40 gr
- parmigiano
- scalogni – 2
- aglio – 2 spicchi
- olio extravergine di oliva
- sale

-pepe nero

 

Tagliate lo scalogno  in 4 parti, aggiungete lo spicchio d’aglio  il timo e due foglie di alloro, ed aromatizzate con circa 125 ml di vino. Tagliate la salsiccia in 8 parti uguali e rosolatela in padella con un filo d’olio. Adagiate i pezzetti di salsiccia sulle foglie di alloro in una teglia foderata di alluminio e continuate la cottura in forno a 180° per una decina di minuti. In una casseruola soffriggete lo scalogno e l’aglio tritati in un filo d’olio, aggiungete il riso, tostatelo e cuocetelo aggiungendo man mano  il brodo vegetale. Quasi a cottura ultimata aggiungete il restante vino. Al termine mantecate il risotto con la provola tagliata a dadini e il parmigiano grattugiato. Servite il risotto con la salsiccia.

 

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