Il Museo Diocesano Donnaregina di Napoli brilla di due nuovi splendori di Francesco Solimena restaurati: il San Francesco genuflesso davanti a Gesù e Maria e la Beata Boema figlia del re di Boemia. Restauro reso possibile grazie all’associazione Amici dei Musei, con la realizzazione curata da Francesco Virnicchi, e presentato il 13 dicembre 2016 alla presenza di monsignore Adolfo Russo, Vicario Episcopale per la Cultura della Diocesi di Napoli.
Le opere – I due affreschi facevano parte in origine, assieme agli altri due posti nello stesso ambiente, il Cristo placato dalle suppliche di San Francesco e della Vergine e la Beata Bianca madre di San Luigi di Francia, e agli altri tre ora collocati negli appartamenti della badessa in Donnaregina vecchia – la Gloria di San Francesco, le Sante Chiara ed Elisabetta d’Ungheria e i Santi Antonio di Padova, Bonaventura e Ludovico d’Angiò –, di un’importante decorazione con Storie di San Francesco e Santi e beati francescani realizzata dall’allora giovane pittore meridionale per il coro delle monache della chiesa nuova e seicentesca di Donnaregina.
Il ciclo - datato al 1684, è una delle opere nodali del barocco napoletano, <<preludio gigantesco alle scene del Tiepolo>>, come scriveva Ferdinando Bologna, concepito con colori chiari quasi a gara con i modi di Luca Giordano, ma con un senso teatrale e una potenza plastica e di chiaroscuro che ricordano anche gli esempi di Lanfranco e Mattia Prete. Il coro nuovo per il quale era stato dipinto si addossava però e comunicava direttamente, attraverso una porta, con la chiesa vecchia e il monastero delle clarisse; così che, quando fra il 1928 e il 1932, il soprintendente architetto, Gino Chierici, affrontò il restauro dell’intero complesso e scelse di isolare le due chiese e di recuperare in questo modo il coro gotico della vecchia chiesa, si decise di ridurre l’ampiezza del coro nuovo, di ridurre l’ambiente da rettangolare a quadrato, di spostare in avanti di sei metri, con un’audace impresa ingegneresca, la parete di fondo col Miracolo delle rose e infine di staccare e trasferire altrove alcuni degli affreschi della volta e delle pareti, tra i quali quelli oggi ottimamente e nuovamente restaurati da Francesco Virnicchi.
Francesco Solimena – Nasce a Canale di Serino nel 1657. Noto come l’Abate Ciccio, è stato un pittore e architetto italiano. Dopo aver collaborato con il padre Angelo, pittore di tradizione naturalistica, nel 1674 si trasferisce a Napoli dove conosce la pittura di Lanfranco, di Luca Giordano e di Mattia Preti. Nel 1680 dipinge gli affreschi di San Giorgio a Salerno e le tele di San Nicola alla Carità a Napoli, affreschi rappresentanti le Virtù, che si trovano nella sacrestia di San Paolo Maggiore, tutte opere di gusto barocco romano misto alla tradizione pittorica napoletana. La composizione dei suoi quadri è spesso sottolineata da elementi architettonici, come scale, archi, balaustre, colonne, che focalizzano l’attenzione sui personaggi, come le ombre e tessuti legge. E’ maestro dei maggiori esponenti dell’architettura napoletana, prima dell’avvento di Luigi Vanvitelli e di Ferdinando Fuga. Ha come discepoli Sanfelice, Nauclerio e Vaccaro. E’ grazie anche alla sua pittura che Napoli ha raggiunto lo status di centro di dispositivo artistico, tanto da diventare una capitale europea della pittura stessa.
Francesco Virnicchi – Diplomato all’istituto statale d’arte nel 1964, ha iniziato a lavorare come apprendista con la ditta di Tripodi, restauratore di affreschi per conto della Soprintendenza di Napoli, nei laboratori di restauro e conservazione del Museo di Capodimonte. Nel 1973 ha inaugurato come docente la cattedra del corso speciale di restauro e conservazione presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Dal 1975 svolge la sua attività per conto di enti, chiese e soprintendenze della Campania.
Associazione Amici dei Musei di Napoli - Costituita nel 1972, non ha scopo di lucro, persegue finalità di utilità e solidarietà sociale, ha finalità culturale. Si prefigge di valorizzare sempre più musei, monumenti e le biblioteche di Napoli; promuovere visite a Musei e monumenti della Campania, conferenze d’arte e di archeologia; pubblicare bollettini, studi e relazioni relative agli scopi sociali; stabilire scambi culturali con Enti e studiosi italiani e stranieri; promuovere ogni altra attività intesa a diffondere la conoscenza dell’arte, dell’archeologia e della storia in particolare nelle scuole e fra i giovani; promuovere acquisti, lasciti, donazioni ai musei di Napoli e promuovere restauri ai monumenti della Campania.