Giovedì 17 maggio, a partire dalle ore 18,00, presso la Feltrinelli express di piazza Garibaldi a Napoli si terrà la presentazione del libro di Giuseppe Acconcia, giornalista specializzato in Mediterraneo e Medio Oriente, tra le voci più conosciute della trasmissione di radio 2 Caterpillar che ha spiegato e fatto comprendere a milioni di italiani quali fossero le cause e le radici delle rivoluzioni in Medio Oriente. Acconcia ha scritto il suo libro direttamente sul campo. Il racconto inizia con un viaggio in treno a Damasco in Siria, che ha portato l’autore fino a Teheran in Iran, e prosegue raccontando il giorno prima della rivoluzione, proprio quando gli egiziani avevano perso le speranze e pensavano che il governo di Mubarak non sarebbe mai finito. Poi il 25 gennaio 2011 il risveglio, con la caduta di Ben Ali, fino all’ 11 febbraio, giorno in cui Mubarak dà le dimissioni. Nel libro si entra nel vivo della questione della rivoluzione con l’occupazione dei diciotto giorni di piazza Tahrir che diventa una microsocietà di persone che vivevano notte e giorno dormendo nelle aiuole e organizzando comizi. <<I giorni più difficili li trascorriamo in piazza, dormiamo nelle tende e negli ingressi dei palazzi, temiamo molto l’assenza di polizia, la distruzione di macchine e di negozi non risponde ai nostri metodi, sembra che la sicurezza di stato voglia ordinare una guerra tra egiziani>>: così racconto uno dei manifestanti incontrato sul posto da Acconcia. Il racconto prosegue fino al 2 febbraio 2011, giorno della battaglia dei cammelli, episodio culminante in cui si scontrarono in piazza i pro Mubarak che arrivarono su cammelli e cavalli e gli anti Mubarak cioè i manifestanti che dormivano in piazza. L’autore considera questi giorni come momenti di pura anarchia, in cui gli intellettuali, gli stessi giornalisti tra cui l’autore e gli stranieri furono arrestati in quanto considerati i principali fomentatori delle rivolte. Un libro per entrare nel vivo della rivoluzione egiziana, un reportage cartaceo prima e dopo la rivoluzione araba, che fa luce sull’ esperienza diretta del giornalista arrivato nel 2009 in Egitto e che ritrae i luoghi della rivolta narrando il caos delle strade del Cairo la cui bellezza <<è più intesa della loro povertà>>.