Antonio Formisano vive e lavora da sempre ad Ercolano. Ci accoglie nell’ufficio del capannone dopo aver effettuato alcune consegne in mattinata col suo furgone. Ha 39 anni ben portati e lavora da quando terminò la terza media. Aveva più o meno 12 anni. Il padre praticava tutt’altro mestiere. Lavorava infatti presso gli scavi archeologici. Fu coinvolto che era ragazzino da amici più grandi. E’ riuscito così, con pazienza e tenacia ad inserirsi nel ramo. Il primo materiale che ha toccato è stato l’alluminio. Qualche anno dopo è la volta del ferro. Antonio è orgoglioso del suo mestiere che reputa interessante, perchè permette di apprendere molte cose, sebbene tante altre le abbia rubate dai masti. Diversi gli amici più grandi che gli sono stati accanto, tra questi, non mancava chi era geloso del proprio mestiere e chi, invece, non esitava ad assisterlo e a seguirlo in caso di aiuto:<<Se non provi a imparare da solo, nulla e nessuno ti verrà ad insegnare>>. La sua gavetta dura tra i 7 e gli 8 anni. Il tempo di assolvere gli obblighi di leva ed Antonio, a 18 anni, cambia vita. Giovane e indipendente, decide di stabilirsi in proprio, aprendo un’officina di lavoro al Corso Resina. Nel frattempo il padre, fresco di pensione, ha provveduto a stargli vicino per sostenerlo nei primi tempi, coadiuvandolo nella gestione di quest’attività. Il tempo gli darà ragione, avendo avuto modo di specializzarsi in serramenta in alluminio, prodotti singoli e legni in alluminio che includono i lavori di alluminio e di falegnameria. Dal 1991 al 2002 lavora sodo ma le richieste col tempo aumentano. Si trasferisce così in via Emilio Bossa, poco distante dal vecchio locale oramai divenuto troppo angusto per le esigenze di produzione. Antonio è pertanto fabbro e serramentista, qualifiche conseguite con le numerose domande da parte di aziende e privati relative a vetri particolari, di infissi per casa e lavori per balconi e finestre. Grazie alla sua bravura e’ riuscito a esportare fuori città il suo lavoro, con commesse a Monfalcone, Reggio Emilia, Frosinone, Terracina, Latina. Tra coloro che necessitano della sua manodopera, anche emigrati fuori che costituiscono una clientela fedele. Non mancano diversi architetti cittadini che si rivolgono ad Antonio, tra cui l’Arch. Bossa, cognome abbastanza noto nel vesuviano. Di recente è stato a Follonica da un vecchio amico trasferitosi per realizzare degli infissi in alluminio, gli avvolgibili, ovvero quelle che in gergo sono chiamati tapparelle. Con piacere svolgiamo assieme un breve tour tra gli attrezzi del mestiere: la troncatrice, ideale per tagliare legno ed alluminio; il pantografo, supporta invece la realizzazione degli schemi e delle forme, delle serrature e degli incastri precisi, un tempo disegnati a mano. Il plasma è una macchina ad alta precisione funzionante a laser, munito di una sega che affila e sagoma il ferro. Infine c’è il trapano a colonna che conclude la carrellata delle macchine. Antonio nel tempo ha messo su famiglia. Ha due figli e una figlia ma non spera che prendano la stessa strada, conoscendo il sacrificio e l’impegno necessari per svolgere la sua mansione artigiana, nonostante non neghi che sia stata un’avventura di conoscenze nella quale si è trovato a suo agio. Precisa però che la presenza di una certa concorrenza non agevoli di gran lunga la produttività. Per giunta i clienti si sono pure rivoluzionati. Da chi sprovveduto chiedeva un lavoro ignorando tutto ciò che poteva esserci dietro, si è passati ai clienti esperti di internet che conoscono già materiali, forme, prezzi e gli chiedono consigli accurati. L’aria di crisi che si respira da un pò ormai tiene banco anche da queste parti:<<Un tempo le commesse erano maggiori, per questo decisi di stabilirmi in un locale più ampio, mentre ora la produzione è lenta, lentissima>>. Un dato su tutti testimonia quanto va affermando Antonio: lavoravano con lui 8 operai fino al mese di giugno. Oggi riesce a sostenere i costi e mandar avanti il lavoro con 5 dipendenti:<<Spero questo tempo passi presto, il lavoro scarseggia ma sto lavorando ad un sito web per cercare nuovi clienti on line>>. E’ già buio quando ci congediamo e un caffè conclude lo scorcio di un tardo pomeriggio di dicembre. Resta l’auspicio condiviso che passata la nuttata, nasca una luce nuova per gli artigiani, autentici maestri del saper fare.