Di Ben Affleck
Ispirato a una storia vera, da un regista che di strada ne ha fatta per meritarsi un po’ di tregua dalle pessime critiche per le sue non eccelse doti recitative. Ben Affleck, protagonista e regista di una storia accaduta negli anni ’80 e riportata oggi nelle sale italiane. Un ritorno alla tesissima storia attraverso immagini che sembrano essere rubate a quel tempo. <<Le azioni dell’Iran hanno sconvolto il mondo civile>>, l’ambasciata americana è stata presa d’assalto, in ostaggio più di cinquanta civili, sei dei quali riescono a fuggire grazie al silenzio di una porta sul retro. Civili che si liberano da una folla infervorita e trovano rifugio rinserrati nella casa dell’ambasciatore canadese. La Casa Bianca li vuole fuori, la Casa Bianca vuole, prima ancora degli ostaggi, un miracolo che li aiuti a risolvere ciò che sembra realmente impossibile. Ma in momenti poco propensi alle buone speranze intangibili, ci si affida, per alcuna alternativa, all’astuzia coraggiosa di Tony Mendez (Ben Affleck), agente della CIA specializzato in azioni di infiltraggio. Fingere di realizzare un film di fantascienza in Iran, essere dunque parte della troupe televisiva. Questo, l’unico modo per uscire, se non inosservati, almeno vivi dal paese. Questa, la migliore cattiva idea che si possa aver pensato per liberare i sei diplomatici americani.