E’ arrivato, magnifico, è il cavallo Mazzocchi, icona della mostra Winckelmann e le raccolte del Mann. Monumenti antichi inediti 1767, al Museo Archeologico di Napoli dal 24 giugno al 25 settembre. Mostra in collaborazione con il m.a.x museo di Chiasso, curata da Maria Rosaria Esposito e Paola Rubino, per ricordare i 300 anni dalla nascita di Johann Joachim Winckelmann, bibliotecario, storico dell’arte e archeologo tedesco.
L’evento – Situato nel Salone Meridiana, è un percorso tra le antichità conservate al Mann, descritte, citate ed illustrate nei monumenti antichi inediti. Possibile ammirare, oltre ad alcuni reperti archeologici citani nei monumenti antichi inediti, possibile ammirare 16 matrici in rame, 16 stampe e preziosi volumi e manoscritti provenienti da biblioteche italiane e straniere. Delle 208 incisioni che illustrano i monumenti antichi, per la mostra napoletana, sono stati scelti quelli che riproducono opere del Museo, o le cui descrizioni si riferiscono a oggetti in esso contenuti. Dieci sono gli oggetti archeologici presenti nell’allestimento: il Cammeo di Giove che fulmina i Giganti, il Rilievo con Paride e Afrodite, il Cavallo di Tria, il Braciere su tripode con sfingi, una Statuetta in bronzo di cavallo, una Statuetta in bronzo di Alessandro a cavallo, una Statuetta in marmo di Fauno, un Disco di bronzo, due Candelabri di bronzo con fusto di canna di bambù. Sono in mostra anche alcune matrici e le prove di stampa che fanno parte della ricca collezione calcografica del MANN, restaurate dall’Accademia di Belle Arti di Napoli. Una sezione specifica è dedicata ai ritratti dello studioso: di questi, i cinque incisi provengono dalle Raccolte Piancastelli di Forlì, mentre è della Winckelmann-Gesellschaft di Stendal la copia di Otto Gerike (1956) del famoso quadro di Anton von Maron (1768). Il dipinto di Angelika Kauffmann, di collezione privata, ritrae a Roma Henri Reboul, l’intellettuale francese fervente promulgatore dei principi estetici winckelmanniani, che acquistò il manoscritto del terzo volume dei Monumenti inediti.
Il reading digitale – Un progetto di reading in digitale producendo otto cortometraggi, trealizzato per l’occasione dal Mann, insieme con il Goethe Institut Neapel, con la regia di Andrea Valentino e Lidia Cangiano, interpretazione di Marco Mario de Notaris e Peppe Servillo, che leggono celebri pagine tratte dalle opere e dalle lettere dell’archeologo tedesco.
L’artista – Nato a Stendal nel 1717, archeologo e storico dell’arte, appassionato dell’antichità classica, ai converte al cattolicesimo e nel 1755 si trasferisce a Roma, dove diviene bibliotecario del cardinale Alessandro Albani. Visita più volte Pompei, Ercolano e Paestum, contribuendo alla divulgazione dei risultati degli scavi, e viene infine nominato sovrintendente ai monumenti antichi, acquisendo grande fama ed entrando in contatto con gli intellettuali di tutta Europa. Con le sue opere contribuisce in maniera determinante alla formazione del gusto neoclassico, focalizzando la sua attenzione sulla scultura greca, che lo stesso Winckelmann peraltro conosceva esclusivamente attraverso copie romane, e individuandovi la perfetta realizzazione di un ideale estetico che contemperava in una superiore armonia spirito e corpo, frutto di un completo dominio delle passioni. La svolta che la sua opera imprime alla trattatistica d’arte è fondamentale: legando l’evoluzione dello stile allo sviluppo della civiltà, segna di fatto la nascita della storiografia artistica.
Il Cavallo Mazzocchi – Una delle più celebri sculture bronzee conservate al Museo archeologico nazionale di Napoli. Rinvenuta nel corso dei primi scavi di Ercolano, voluti dal Carlo III di Borbone nel 1738, e avviata a ricomposizione nel 1756, la scultura fu vista quasi del tutto restaurata nel 1759 da Johann Joachim Winckelmann che ne scrisse al conte Heinrich di Brühl nel 1762. Resterà nel salone anche dopo la chiusura della mostra, in attesa della sistemazione definitiva nella sezione della Scultura campana dove farà parte dell’allestimento della Quadriga di Ercolano, uno dei gruppi bronzei più importanti di tutta la scultura antica. L’archeologo tedesco scrisse di averlo visto nel museo ercolanese durante il primo dei suoi quattro viaggi a Napoli (1758), ma non fu tenero con la metodologia del restauro.
Il Direttore, Paolo Giulierini – <<Nel quadro della linea strategia Il Mann nel mondo, nasce la collaborazione il m.a.x museo di Chiasso concretizzatasi in questa doppia mostra dedicata a Winckelmann che, nelle sue peregrinazioni, si recò assiduamente anche a Napoli e agli scavi di Ercolano visitati tra il 1758 e il 1767 spingendosi, nel 1758, sino ai tempi dorici di Paestum. Le celebrazioni dei trecento anni dalla sua nascita, organizzate in tante città, non potevano vedere Napoli in seconda fila>>.