AliArte è la mostra di beneficenza organizzata dall’Unione Cattolica Artisti Italiani di Napoli per la Pastorale Carceraria della Arcidiocesi di Napoli, al MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, nelle giornate del 17,18 e 19 settembre scorso. Evento nato per sostenere il cammino di inclusione per i detenuti, con lo scopo di raccogliere fondi per la pastorale carceraria, ma anche di mettere in luce gli incredibili risultati che si raggoungono con percorsi di detenzione alternativi, che possono realmente mutare le sorti dei meno fortunati.
La mostra - Sono stati trentuno gli artisti, scultori, pittori, fotografi, soci UCAI e non, che hanno donato il loro talento, esponendo le loro opere regalate al progetto: Anna Ananyeva, Aurora Aspide, Giovanni Balzano, Annamaria Baratto, Luigi Calì, Carlo Cottone, Fortunato Danise,Tiziana D’Auria, Rosalba Di Chiara, Gennaro Maria Guaccio, Gabriella Imparato, Mimmo Jodice, Massimo Maci, Giuseppe Maione, Pasquale Manzo, Andrea Maresca, Luciana Mascia, Annamaria Mercogliano, Lucia Mugnolo, Ciro Orlandini, Gennaro Patrone, Luigi Piro, Anna Ponti, Silvia Rea, Lino Rusciano, Raffaele Russo, Luigi Tirino, Lucia Vecchiarelli, Paolo Veneziani, Paolo Villani e Raffaella Vitiello. «Mettiamo a frutto il nostro talento, adoperiamo la nostra arte non per “farci belli”, ma per mostrare il bello di qualcun altro, di qualcos’altro – affermano unanimamente – Le nostre capacità artistiche non potrebbero essere impiegate in modo migliore. Forse il disegno divino è proprio questo: donarci un talento a cui mettere le Ali per librarlo verso chi ha più necessità». A fare da cornice alla mostra, è stata organizzata una tre giorni di arte e cultura; tanti gli ospiti che hanno preso parte alla manifestazione, tra i quali lo scrittore Maurizio De Giovanni, lo scultore Jago e don Tonino Palmese, vicario episcopale carità e giustizia, monsignor Vincenzo De Gregorio, direttore Istituto Pontificio di Musica Sacra e assistente ecclesiastico UCAI Napoli. Presentazioni dei libri di Antimo Cesaro, L’utile idiota, e di Antonio Mattone, La vendetta del boss; conferenze di Gennaro Maria Guaccio, Clementina Gily, don Salvatore Giuliano e reading di poesie. Peppe Barra e Antonella Stefanucci sono stati presenti con delle loro performance. Inoltre, gli allievi del Liceo Margherita di Savoia di Napoli sono stati protagonisti di una serie di momenti musicali e, assieme ai ballerini della Compagnia Giovanile Centro Artistico di Portici, di Irma Cardano, hanno accolto l’Arcivescovo di Napoli, monsignore Domenico Battaglia, che ha inaugurato la mostra. Un percorso narrativo attraverso la Divina Commedia, a cura di Maria Pia Musella, con la voce recitante di Giuliana Sepe, ha dato omaggio ai 700 anni danteschi, mentre il monologo Pregiudizi convergenti, di Domenico Ciruzzi ed il racconto breve di Gabriella Giglio, Il carcere: la gente che ne sa, hanno fornito motivi di riflessione su quello che è la vita all’interno delle carceri. Gli interventi di Gianluca Guida, direttore del carcere minorile di Nisida, Giulia Russo, direttrice del carcere “P. Mandato” di Secondigliano e Marco Puglia, magistrato di sorveglianza, hanno fornito spunti di discussione e di riflessione, consentendo una conoscenza più approfondita di una realtà che appare, spesso, lontana a tutti. Tra le opere in esposizione, particolarmente significativa la fotografia donata dal maestro Mimmo Jodice. Tre giorni intensi, nati per raccontare come l’arte possa davvero donare le ali ad ognuno di noi, volando oltre ogni barriera.
La mostra vista da don Mimmo Battaglia – <<Trovo molto significativo il titolo della mostra, che nasce dalla sinergia dell’UCAI con la Pastorale Carceraria e l’associazione Liberi di Volare. Un autentico segno per ridare speranza e dignità a chi, meno fortunato, non ha avuto altre opportunità. Siamo veramente capaci di pensare il colpevole come persona da rispettare, salvare, promuovere ed educare? Siamo capaci di testimoniare, in quanto dipende da noi e dai nostri ordinamenti, dalle nostre politiche prostrate a un’economia senza uomo e senza Dio, che il valore della legalità ha il suo fondamento nella vita fraterna? L’arte, come capacità espressiva della bellezza, può farsi carico della domanda di fraternità e del bisogno di condivisione che ogni tempo porta con sé. E con i suoi linguaggi, ci aiuta ad abitarli profondamente, contribuendo a rendere più umano il mondo che viviamo, educando il nostro sguardo alla bellezza. E per ogni cristiano, non c’è altra bellezza che quella di un Dio che salva, amando fino in fondo. L’arte ci aiuta a condividere il dono della bellezza che salva costruendo spazi per vivere la ricchezza dei volti, il volto dell’altro, pensato e voluto come fratello e non come concorrente o come dipendente. Lungo questa strada, con questa luce sul volto, saremo nel mondo testimoni della bellezza contemplata e della speranza ritrovata, costruendo una fraternità possibile, insieme>>.
Arte e Vangelo, secondo monsignor Vincenzo de Gregorio – <<Il manufatto artistico è sempre espressione della materia che costituisce il quotidiano della vita di ognuno: colore, pietra, legno, carta, plastica… In quel materiale ognuno ritrova quanto lo circonda, tutti i giorni, per tutta la vita. La materialità del manufatto artistico comunica un messaggio speciale, servendosi, però, della materia ordinaria e comune. Annunciare il Vangelo è stato il compito della Chiesa, fin dalle origini della prima comunità di Gerusalemme. Quella prima comunità si è a mano a mano allargata. Il Cristianesimo delle origini si è spostato nelle comunità del mondo greco/romano. L’annuncio del messaggio di Gesù, dal mondo ebraico e greco/romano all’Oriente ed al centro Africa e, poi, ai popoli che provenivano dal nord e dall’est dell’Europa, si è sempre servito di tutti i mezzi disponibili per comunicare. Questo annuncio, da allora in poi, fino ai tempi nostri, ha usato anche questa grande risorsa che è l’Arte. Abbiamo affermato che “si è servito”. È da questo mezzo utilizzato che proviene il senso stesso di ogni attività della Chiesa: servire, prestare un servizio, esercitare un ufficio, mettere in campo un’abilità, mettere a disposizione un talento ed una competenza, diffondere una conoscenza, far crescere nella consapevolezza della vita. Tutto questo è un ministero. Il ministero dell’Arte, del Canto e della Musica al servizio del Vangelo>>.