A chi è abituato ad andare allo stadio, specie nelle partite di cartello, non deve essere sfuggito quello che è successo ieri sera allo stadio San Paolo, o meglio fuori di esso. Non poteva passare inosservata la totale assenza della schiera urlante dei bagarini, i quali, almeno per ieri, sono stati messi al tappeto da un “raid” delle forze dell’ordine, nel complesso di una operazione più vasta contro l’abusivismo e il bagarinaggio, con sequestri effettuati innanzitutto sulle bancarelle abusive del lungomare e poi proseguiti anche fuori il San Paolo, dove si notava anche la quasi totale assenza di venditori abusivi di merce e di caffè-borghetti. Non si sa se si tratta della classica operazione isolata, o se essa rientra nel quadro di un obiettivo a lungo raggio teso a ripristinare la legalità nei dintorni dello stadio. Fatto sta che un altro duro colpo è stato inferto ai bagarini, già provati dalle dure disposizione previste dal tanto contesta decreto Pisanu. Solo che erano riusciti a riorganizzarsi, complice la totale disorganizzazione presente agli ingressi dei tornelli dello stadio San Paolo dove a rimetterci sono solo coloro che non hanno la faccia “tosta”, e non chiedono favori. Basta fare un po’ i duri nei confronti degli stralunati steward e il gioco è fatto. Siamo alle solite. Qualsiasi disposizione non va a mutare lo stato delle cose se non vi è il sostrato culturale adatto, e questo, inutile star intorno a girarci, è totalmente assente.