Napoli-Cagliari 2-2. Un pareggio che sa di sconfitta. Il Napoli è superiore da subito e va in goal dopo nemmeno 10 minuti. Poi, al solito, si rilassa. I ritmi diventano medi, il Napoli è sciupone e il Cagliari pareggia. Maggio per due volte ha la palla del raddoppio ma non mostra la freddezza necessaria e dopo poco viene punito da Lopez. Uno a uno e tutto da rifare. Il Napoli va all’attacco come un mucchio selvaggio, tanta grinta ma poca lucidità. A pochi minuti dalla fine gli sforzi vengono ripagati, grazie ad un goal di Lavezzi, su punizone. Gioia immensa per tutti, novità per i più piccoli che non avevano mai avuto il piacere di vederlo, un goal su punizione, tanto è il tempo che mancava da queste parti. Due a uno, la partita è in pugno. Russotto segna anche il terzo goal, ma viene annullato per la posizione di fuorigioco di Lavezzi (ininfluente si, ma il regolamento parla chiaro). Novantaquattresimo minuto: stiamo facendo pure il terzo, la partita è proprio in pugno. Ma quando fischia l’arbitro? Vabbuò, ‘sta rimessa ed è finita. E invece no! La nostra difesa pensa già al dopopartita, Jeda fa il Lavezzi. Conti, come al solito, completa ed è 2 pari. L’anno scorso, ci tolse tre punti. Quest’anno due. Si, è vero, il Napoli dopo il primo vantaggio s’è rilassato, come troppo spesso succede. Non riesce a chiudere subito le partite. Ma d’altronde non è il Barcellona. E d’altronde il Cagliari gioca pur sempre in serie A. Senza quella distrazione al 94’ staremmo parlando di un’altra partita. E invece c’è stata quella maledetta distrazione. Eppure, al di là dei demeriti, lasciatecelo dire: che “sciorta”! Per due volte si è avverato il più scontato dei luoghi comuni del calcio: goal sbagliato, goal subìto. Rei di eccessiva disattenzione, è vero, ma beffati dalla retorica. Peccato. Una sconfitta a Bergamo e un misero punto quando ne avevamo in tasca tre, proprio nelle due giornate in cui i diretti avversari si sono fermati. Peccato, ma è vietato demoralizzarsi. Testa bassa e al lavoro. Come sempre.