Che da una trasmissione televisiva possa nascere una polemica dalle dimensioni esponenziali non stupisce. Men che meno stupisce se a fare la voce grossa sono politici e giornalisti che si schierano contro un programma televisivo. Ma quella di questi giorni è una polemica piuttosto vivace e accesa, con al centro i conduttori della trasmissione Vieni Via Con Me, andata in onda lunedì scorso e il lunedì precedente, in prime time su Rai Tre. Fabio Fazio e Roberto Saviano conducono questo programma che sta riscuotendo un successo decisamente al di sopra di ogni previsione: picchi di quasi 10 milioni di telespettatori, incollati alla tv per due lunedì consecutivi, hanno fatto di Rai Tre la rete più seguita del giorno. Neanche il Grande Fratello, in onda su canale 5, ha potuto nulla contro quel fiume in piena di Roberto Saviano che con la sua dialettica e i suoi temi ha incuriosito, ma non solo. La semplice curiosità si sarebbe potuta arrestare alla prima puntata, mentre alla seconda il successo è stato palesemente confermato dallo share. A scatenare la bufera non è stata una singola dichiarazione, bensì la trasmissione in toto, definita faziosa da più parti. Il programma ha toccato diversi temi caldi: dalle infiltrazioni della ‘ndragheta al nord, che coinvolgerebbero la lega, all’eutanasia con le testimonianze di Beppino Englaro e Mina Welby.
A proposito delle dichiarazioni fatte sulla Lega Nord, il ministro degli interni Maroni ha parlato di <<accuse infamanti>> e ha chiesto un diritto di replica che almeno ad oggi la rai non ha ancora confermato. Saviano risponde stupito e allarmato, affermando che ciò di cui ha parlato è semplicemente <<frutto di un’inchiesta giudiziaria dell’Antimafia di Milano e Reggio Calabria sul nuovo assetto della ‘Ndrangheta e sulla sua presenza culturale, politica ed economica in Lombardia>>. Quindi, a rigor di logica, tutto documentato e comprovato.
Anche Mediaset è scesa in campo, prima col Tg delle 20 di mercoledì, proponendo un servizio che mostrava l’elenco dei 28 superlatitanti arrestati sotto questo governo, e poi in seconda serata con una puntata di Matrix che aveva come ospite il Ministro Maroni. Apparso decisamente meno irritato, con toni più pacati il Ministro ha continuato a parlare di <<falsità e censura da parte della Rai>>, alla quale ha chiesto solo il diritto di replica. Più che un appello al diritto di replica, quella di Maroni sembrerebbe la richiesta di un vero e proprio faccia a faccia, dal momento che visibilità ed interviste in altre trasmissioni hanno comunque sortito l’effetto di una replica in più occasioni.
Altro tema caldo quello dell’eutanasia, che ha scatenato le ire dell’Avvenire. In un editoriale del quotidiano della CEI, Davide Rondoni ha affemato che c’è stato nelle dichiarazioni in merito alla questione dell’eutanasia <<un unico bersaglio vero, tenacemente e persino violentemente cercato: la Chiesa>>. Lo sdegno dell’Avvenire e delle associazioni che curano i malati in stato vegetativo non si è fatto attendere, quindi, scatenando un altro fronte di polemiche. Anche Don Andrea Gallo, ospite della trasmissione con un suo “elenco”, non è stato risparmiato dall’Avvenire che lo ha criticato aspramente - definendolo un <<prete vanitoso>> - e si è schierato apertamente contro la sua apparizione.
Quello che è certo è che questo programma, con tutta la scia di polemiche al seguito, farà parlare ancora per molto.