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Cafè philò sul rapporto tra filosofia, musica e psiche

«Desideravo riflettere insieme ad un pubblico vario e curiosamente interessato sulla difficoltà di mettere in relazione tre scienze che nel passato non si sono facilmente incontrate»: queste le parole della professoressa Antonella Costa che lo scorso giovedì 15 marzo, nella storica cornice del caffè Gambrinus, ha affrontato il tema dell’incontro tra musica, psiche e filosofia.
Il cafè philò è stato organizzato da Rita Felerico con l’obiettivo di rispondere al bisogno dell’uomo contemporaneo di ricercare il significato del nostro essere nel mondo.
Laureata in Psicologia, Sociologia e Filosofia con ben ventidue specializzazioni, Antonella Costa ha spiegato che la cultura occidentale si è interessata alla musica dall’epoca Barocca al Novecento, abbracciando uno spazio musicale che più che ristretto risulta essere schematico.
Già gli antichi greci, a partire da Aristotele, avevano compreso il valore educativo della musica affiancato alla capacità di allietare l’anima ed elevare lo spirito.
«Bisognerebbe essere educati all’esperienza dell’ascolto – ha affermato Antonella Costa – ci sono note che hanno influenze particolari sulla nostra psiche». In relazione alla funzione educativa della musica, nel corso dell’incontro, è stato ricordato che la Nona sinfonia di Beethoven viene utilizzata come terapia sui bambini.
Musica e filosofia sono nate in contemporanea. La musica può essere considerata la notte della filosofia la quale scaturisce dal bisogno dell’uomo di indagare alcuni aspetti dell’esistenza non chiari. E’ a partire da Pitagora che il suono diventa ritmo ed il ritmo, numero. Queste due scienze, separate da Platone fino a Cartesio che epura il numero dei suoi contenuti, si sono fuse ancora grazie a Kierkegaard o a Nietzsche per poi dividersi di nuovo. Oggi riunire musica e filosofia è difficile, l’una invade il campo dell’altra poiché troppo elevate sono le emozioni che suscitano. Non è semplice approcciarsi al mondo della musica poiché è un’arte-scienza e lo stesso Platone affermava che esistono uomini aventi una predisposizione naturale per essa. Tuttavia le due scienze sono destinate a convivere in quanto entrambe conducono l’uomo per vie elevate, mentre la psiche raccoglie il pensiero ed il suono, elementi indispensabili al vissuto dell’individuo, e va a colmare i vuoti prodotti dall’esperienza di questi.
Rita Felerico ha ricordato che la musica rappresenta anche una forma di linguaggio universale e la dottoressa Antonella Costa ha poi evidenziato le differenze tra la musica occidentale e quella orientale, quest’ultima rimasta legata ai suoni della natura soprattutto grazie all’utilizzo di strumenti arcaici.
La psicologa ha concluso l’incontro ponendo l’attenzione sul valore del silenzio, un’esperienza soggettiva che mette in relazione l’individuo con la propria sonorità interiore.
Il prossimo appuntamento in programma è la lectio dal titolo Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, l’agire sociale tra verità e ambiguità, prevista il 19 aprile, con interventi del professor Massimo Conte.

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