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Canonizzazioni, focus sui “nuovi” Santi napoletani

Canonizzazioni in piazza San Pietro

Si respira aria di santità napoletananella piazza di san Pietro a Città del Vaticano: 14 ottobre 2018, è il giorno dei santi di Napoli con la Canonizzazione di sette beati: Paolo VI, Francesco Spinelli, i campani Vincenzo Romano e Nunzio Sulprizio, Maria Caterina Kasper, Oscar Romero e Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù.I due santi napoletani che oggi vengono elevati alla gloria degli altari insieme a Paolo VI, furono anche beatificati insieme, nel 1963, proprio da Paolo VI.Al rito presenti delegazioni di molti Paesi, tra i quali quelle italiana, guidata dal presidente Sergio Mattarella, e quella salvadoregna, guidata dal presidente di El Salvador, Salvador Sanchez Ceran. Sul sagrato anche i miracolati, e la piazza gremita di migliaia di fedeli e pellegrini: Napoli, Torre del Greco a far da protagonisti per i loro tanto attesi Santi. Una festa già iniziata il 12 ottobre, quando Papa Francesco ha accolto in visita il maestro Aniello Guadino accompagnato dal professore Giuseppe Falanga, teologo e liturgista esperto del Vincenzo Romano, entrambi di natali torresi, che hanno donato al Pontefice l’effige del Santo Parroco.

I nostri due Santi – Vincenzo Romano nacque nel 1751 a Torre del Greco e qui trascorse tutta la sua vita, santificandosi nel ministero sacerdotale e nell’esercizio delle funzioni di parroco, nella locale par- rocchia di Santa Croce. Fu saggio educatore di schiere di giova- ni, diversi dei quali avviò al sacerdozio. Inoltre, si distinse come solerte evangelizzatore della popolazione rurale, misericordioso soccorritore dei poveri e degli ammalati, zelante ministro del culto liturgico e della celebrazione dei sacramenti, fervente annunciato- re della Parola di Dio. A seguito della rovinosa eruzione del Vesuvio che distrusse la chiesa parrocchiale e gran parte della cittadina (1794), il beato divenne l’anima della rinascita materiale e spirituale di Torre del Greco. Riedificata ancor più bella la chiesa di Santa Croce, ricco di meriti e circondato da vasta fama di santità, si addormentò nel Signore il 20 dicembre 1831. Fubeatificato da Papa Paolo VI nel 1963. Nunzio Sulprizio naque a Pescosansonesco, in Abruzzo, il 13 aprile del 1817. Orfano in tenera età, fu affidato alla nonna materna. Da lei apprese l’arte della preghiera e le verità profonde della fede. A nove anni rimase nuovamente solo. Venne così affidato a uno zio materno, fabbro, burbero e violento. In bottega, tra i maltrattamenti dello zio, iniziarono anche le sofferenze fisiche: si ammalò gravemente di osteosarcoma e fu mandato a Napoli all’Ospedale degl’Incurabili. Uno zio paterno lo raccomandò al colonnello Felice Wochinger, che lo prese con sé e ne ebbe cura come un vero papà. Il ricovero durò 21 mesi. Sofferente tra i sofferenti, portava sollievo e aiuto. Fu dichiarato malato incurabile. Aggravatosi e costretto a letto, a 19 anni, il 5 maggio del 1836, morì. Tutta dedicata a Dio, la vita di questo giovane fu segnata da due grandi amori: l’Eucaristia e la Madonna. Le sue spoglie sono conservate in parte nel santuario eretto a Pescosansonesco presso la fonte di Riparossa, in parte nella chiesa di San Domenico Soriano a Napoli.

I miracoli riconosciti per la CanonizzazioneVincenzo Romano: È stata la guarigione di Raimondo Formisano, un commerciante di frutti di mare ammalatosi di tumore, il miracolo avvenuto nel 1989 che gli ha aperto le porte della canonizzazione. I 14 figli di Formisano, infatti, conoscendo la devozione del padre per Vincenzo Romano cominciarono a pregare anche otto ore di fila. E Raimondo guarì. Nunzio Sulprizio- è dichiarato santo grazie alla guarigione di un giovane pugliese di Taranto coinvolto in un grave incidente stradale una decina di anni fa. Le lesioni cerebrali e i danni permanenti, avrebbero dovuto provocare importanti riduzione motorie e invece l’intercessione del beato Nunzio, riconosciuto dal giovane nel sogno, lo ha guarito.

 

La Formula di Canonizzazione – Ad onore della Santissima Trinità, per l’esaltazione della fede cattolica e l’incremento della vita cristiana, con l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dopo aver lungamente riflettuto, invocato più volte l’aiuto divino e ascoltato il parere di molti Nostri Fratelli nell’Episcopato, dichiariamo e definiamo Santi i Beati Paolo VI,
Oscar Arnulfo Romero Galdámez, Francesco Spinelli, Vincenzo Romano, Maria Caterina Kasper,
Nazaria Ignazia  di Santa Teresa di Gesù March Mesa e Nunzio Sulprizio  e li iscriviamo nell’Albo dei Santi, sta- bilendo che in tutta la Chiesa essi si- ano devotamente onorati tra i Santi. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

 

Nell’omelia del Papa Francesco – «Paolo VI oggi ci esorta ancora, insieme al Concilio di cui è stato il sapiente timoniere, a vivere la nostra comune vocazione: la vocazione universale alla santità. Non alle mezze misure, ma alla santità. È bello che insieme a lui e agli altri santi e sante odierni ci sia Mons. Romero, che ha lasciato le sicurezze del mondo, persino la propria incolumità, per dare la vita secondo il Vangelo, vicino ai poveri e alla sua gente, col cuore calamitato da Gesù e dai fratelli. Lo stesso possiamo dire di Francesco Spinelli, di Vincenzo Romano, di Maria Caterina Kasper, di Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù e anche del nostro ragazzo abruzzese-napoletano, Nunzio Sulprizio: il santo giovane, coraggioso, umile che ha saputo incontrare Gesù nella sofferenza, nel silenzio e nell’offerta di sé stesso. Tutti questi santi, in diversi contesti, hanno tradotto con la vita la Parola di oggi, senza tiepidezza, senza calcoli, con l’ardore di rischiare e di lasciare. Fratelli e sorelle, il Signore ci aiuti a imitare i loro esempi».