Urania, musa dell’astronomia, per il welcome ai gate dell’aeroporto di Capodichino. L’aeroporto napoletano è diventato Aeroporto Archeologico, nato da un’idea di Gesac, società di gestione dello scalo partenopeo, e dalla Soprintendenza Archeologica della Campania. Progetto realizzato grazie ad un Protocollo d’Intesa siglato nel marzo del 2016 tra il gestore aeroportuale ed il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, allo scopo di valorizzare il grande patrimonio archeologico campano e di mostrare ai tanti turisti che si imbarcano da Napoli le bellezze conservate nelle sale dell’Archeologico.
Le opere esposte- Nike Acefala: (copia certificata dal vero in marmo) – opera del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Trittolemo: (opera originale) concessa in prestito dal Museo Archeologico dell’antica Capua, Triclinium: (Tavola imbandita reperti originali in ceramica, vetro e bronzo) provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli; Urania: (opera originale) – Museo Archeologico Nazionale di Napoli; Mosaici da Pompei rappresentanti “Musici” e “Teatranti”: (copia certificata dei mosaici) – Museo Archeologico Nazionale; Hermes: (copia certificata in bronzo) – Ercolano, Villa dei Papiri.
Il leit motiv dell’itinerario archeologico – E’ quello del Viaggio – Il Viaggio Haec est Italia Diis Sacra (Plinio Il Vecchio, da Naturalis Historia, Libro III, cap.46) associato a quello del Volo, in quanto le opere prescelte, statue originali e alcune copie certificate e posizionate all’interno delle aree aeroportuali sono delle “divinità alate”. Ha inizio in aeroporto il Viaggio, in volo sull’Italia sacra agli Dei descritta da Plinio il Vecchio, in cui il pubblico dei viaggiatori italiani e stranieri si ritrova immerso, a sorpresa, in una dimensione insolita, in un percorso suggestivo e ricco di storia.
L’itinerario – Predisposto nella Sala Airside, al primo piano dell’edificio aeroportuale, in cui sono esposte oggetti e riproduzioni delle opere del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La statua di Urania è nella zona imbarchi, mentre nell’area sud è stato allestito un triclinium con una tavola imbandita da autentici reperti di Pompei. Copie di mosaici pompeiani sono all’ingresso dell’area Schengen, mentre quella dell’Hermes di Villa dei Papiri è al recupero bagagli. Dalla vetrata di ingresso allo scalo, visibile una copia della Nike conservata acefala, trovata a Napoli e ora sempre al Mann. Da Capua arriva invece un trittolemo mutilo, replica romana, databile tra il I e II secolo Avanti Cristo.
L’idea - Nata due anni fa, quando, durante dei lavori, vennero alla luce alcuni oggetti e poi i resti di una mansio rustica di epoca romana. Un’opportunità per usare l’aeroporto per diffondere la bellezza nel mondo, per trasformare un luogo fatto di arrivi e partenze, in un luogo di emozioni. è di creare un rapporto tra la storia di Napoli antica e delle città vesuviane con la porta di accesso internazionale alla città e alla regione.
Le dichiarazioni – Alessandro Fidato, direttore delle infrastrutture Gesac: <<Da quando l’aeroporto è stato privatizzato sono stati investiti 100 milioni di euro ma oggi questo aeroporto è una infrastruttura di qualità che ha il passeggero al centro del terminal: non più un non luogo, ma uno spazio dove si respira il genius loci>>. Antimo Cesaro, sottosegretario ai Beni culturali e al Turismo: <<Proporre un piccolo antipasto dello sterminato patrimonio culturale visitabile nel raggio di pochi chilometri vuol dire offrire un servizio ai milioni di turisti che ogni anno atterrano a Napoli e al tempo stesso aiutare il patrimonio culturale campano ad essere conosciuto e visitato>>; Vito Riggio, presidente Enac: <<Gli aeroporti hanno cambiato passo, ora disegnano gli interni, l’architettura, occupandosi di tante altre cose oltre alla mera gestione degli spazi, sforzandosi di non essere dei non luoghi. L’archeologia oggi vive una nuova giovinezza: queste opere non sono riservate solo agli intenditori ma soprattutto ai turisti, alla gente comune, aprono una riflessione sulla bellezza>>; Luigi De Magistris, Sindaco di Napoli: <<Lo abbiamo fatto con la metropolitana ed ora lo stiamo facendo con l’aeroporto. Napoli come ricchezza artistica non è seconda a nessuno>>.
L’aeroporto vive – Si muove, ha palpiti meccanici. Gli aeroporti sempre più familiari e frequentati, mutano la propria natura di non luogo, teorizzata dall’antropologo Marc Augé, e acquistano una definizione architettonica sempre più nitida, un carattere umanizzante, persino sentimentale, ricco di emozioni. Ansia, attesa, desiderio, in pochi altri posti si avvertono tanto fortemente. Ad esse, vi è da aggiungere una ultima considerazione: l’aeroporto che preferiamo è quello che ci fa sentire a casa: no place like home. Per meglio dire: nessun posto è come il proprio aeroporto, ancor di più se diviene Archeologico.