di Pietro Gargano
Alle pendici del vulcano si pratica agriCultura. E’ uno scavo nella terra qui ancora fertile della memoria, ne affiora il futuro. Così come affiora dalle profondità del fiume di pietra ai margini del bosco, il luogo di magia scelto da Paola Acampa come teatro degli Incontri Vesuviani. E’ oramai un appuntamento fisso per i visitatori, forestieri o indigeni, e nasce come scambio fruttuoso di informazioni e di esperienza. Nulla è banale, nulla è risaputo, perfino le ginestre hanno un colore nuovo e, più in là, le valeriane conservano la magica virtù di arrossire. Non è mancato niente. Le lave a corda lungo i sentieri; altri sentieri per le bocche eccentriche, le lave dell’ultima eruzione del 1944, il Gran Cono, la caldera del Somma. La presentazione della Guida vulcanologica di Stefano Carlino e Giuseppe Luongo. La proiezione del video "Hercolaneum, diari del buio e della luce". Un evento in divenire, com’è segno ben inciso di mutamento è il solstizio d’estate, cui sono dedicati due eventi. Il primo riguarda la città al femminile – una città migliore – illustrata da Emma Buondonno per l’associazione delle donne architetto. Il secondo ha il suono della poesia: anche "Le isole si accendono", un’idea di Mimmo Grasso che, alla luce di un falò rituale, fa battere il ritmo dei versi e della tammorra; e poi tutti a leggere un testo collettivo, laica invocazione affinché anche la città, là sotto, ritrovi il filo perduto della poesia. Ospite, il Laboratorio di poesia della Dante Alighieri, creato da Enrico Fagnano. Ospiti, i ragazzi disabili dell’Antoniano, arcipelago di intelligenze. E non è finita, ci rivedremo lassù.