Presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dal 16 ottobre al 13 Aprile, indiscussa protagonista sarà senza alcun dubbio l’antica Ercolano e le sue magnificenze. Il complesso museale di via Foria ospiterà infatti «Ercolano – Tre secoli di scoperte», mostra che rende lustro alle principali evidenze rinvenute nella cittadina dell’area vesuviana sepolta, insieme con Pompei, dall’eruzione del 79 d.C. Grandi sculture, oggettistica, reperti dai quali è possibile ricavare istantanee di vita vissuta di oltre duemila anni fa saranno proposti al visitatore all’insegna di un allestimento innovativo, curato dal soprintendente archeologico di Napoli e Pompei Pietro Giovanni Guzzo e fondato su un elemento semplice quanto accattivante: la luce. Il percorso dell’esposizione, che raggruppa circa 150 opere, si articola, infatti, in sezioni opportunamente definite da uno scenografico gioco di luci, tale da simboleggiare la distanza tra la vita immortale degli dei e la provvisorietà della vita degli uomini. Non è un caso che il cammino del visitatore cominci con la luce che illumina le figure di dei, eroi e membri delle dinastie imperiali, per continuare poi con una luce in graduale attenuazione nelle successive sezioni, dedicate rispettivamente alle illustri famiglie ercolanesi e alle numerose sculture della Villa dei Papiri. Una luce più morbida incornicia, infine, ritratti della gente comune, mentre l’oscurità avvolge gli scheletri dei fuggiaschi, ovvero uomini che cercando rifugio sull’antica spiaggia al momento della prima colata costituiscono ancora oggi una scoperta di eccezionale importanza. Del resto, l’unicità di Ercolano è data anche dalla straordinaria materia di studio che è riuscita ad offrire ad antropologi, vulcanologi e archeologi e che hanno fatto sì che, insieme a Pompei e alle ville di Oplontis, fosse dichiarata dall’Unesco, nel 1997, “Patrimonio dell’Umanità”.