Il solito ingorgo delle sette del mattino. Scendo, ritardo di qualche minuto e sono costretta a restare nel traffico ore intere. Stamattina è diverso. Tutto sembra peggiore… più macchine, più gente, il pullman sembra quasi immobile nella strada. Inizio a innervosirmi, che sarà successo? Forse la pioggia. Forse un incidente. Forse la solita sfortuna di quando sei in ritardo e tutto ti si mette contro. E invece no… si cammina un po’. Poi ci si ferma. Davanti al pullman un uomo sulla quarantina, scendendo di fretta dalla sua macchina, parcheggiata nel bel mezzo della strada, si scaglia violentemente contro un signore. Più anziano di lui. Anche più calmo. E inizia a prenderlo a pugni, finchè non cade a terra e inizia coi calci. C’è odio sul suo volto, c’è rabbia, passione, violenza, cattiveria. E’ completamente rosso e sudato. E non si ferma. Una signora tenta di intervenire, tirandolo per i capelli. Ma niente. Arrivano altri uomini, chi con l’mp3 nelle orecchie chi con un ombrello in mano… semplici passanti. E riescono a separarli. Il signore più anziano viene consolato, il quarantenne continua a imprecargli contro, mentre gli altri lo mantengono. E lo spingono dal lato opposto, cercando di placare i suoi impulsi animaleschi. Finalmente corre, si chiude nella propria macchina e scappa via sgommando. Sbalordita e incredula di fronte al tutto, mi accorgo adesso che aveva due bambini con sè, ognuno di 5 anni al massimo. E resto ancora più scioccata per qualche minuto. Uno dei tanti comportamenti, comuni e frequenti all’inverosimile, che per comprendere, smaltire e perdonare mi fanno impiegare un bel po’ di tempo.Senza alcun risultato.