Print This Post

Fabbrica incendiata, poca gente all’adunata

Erano presenti le maggiori istituzioni cittadine ed ecclesiastiche, lo scorso venerdì 16 maggio a Santa Maria Capua Vetere. C’era il sindaco e c’era il vescovo. C’erano il leader del movimento antiracket napoletano Tano Grasso e l’imprenditrice simbolo della lotta al pizzo, Silvana Fucito. C’erano le associazioni più attive sul territorio, Libera e Contracamorra. E c’era lui, Pietro Russo, riconoscibile a un miglio di distanza per lo sguardo segnato dal dolore. Pietro è il presidente dell’associazione antiracket  di Santa Maria Capua Vetere che martedì 13 maggio, alle ore 23, ha visto la sua fabbrica di materassi, la Hardflex, andare completamente in fiamme. Chiara l’origine dolosa del reato. Quella che non c’era, alla adunata nel cortile della stessa fabbrica, organizzata dall’associazione Libera per testimoniare solidarietà all’imprenditore casertano, era la gente, specie quella del posto. Poca, troppo poca. Un’assenza che non è passata inosservata, tanto da spingere Tano Grasso ad alzare la voce. << Siamo pochi stasera, i commercianti non ci sono – dice Grasso – a chi è fuori dal cortile chiediamo l’attenzione per il territorio. Se l’associazione avesse funzionato bene, oggi forse non saremmo qui. Purtroppo non ha raccolto i consensi sperati, ma tutto questo servirà da lezione per il futuro, per costruirne una più forte >>. Ma Pietro Russo non resterà solo. << Il giorno più bello sarà quello in cui la fabbrica risorgerà – dice ancora Grasso – e noi dovremo essere qui. A tal proposito sarà subito attivato il fondo di solidarietà a favore delle vittime della camorra >>. Un segnale positivo invece è stato lanciato dai giovani, in particolare quelli delle scuole, presenti con striscioni e volantini. E’ stato letto anche un documento in cui si condanna a chiare lettere l’accaduto e si chiede alle istituzioni di essere più presenti. Non sono mancati i momenti di tensione, quando un signore, in un momento di disperazione per la perdita del figlio ucciso in seguito alla rapina del ciclomotore tempo fa, ha inveito contro le istituzioni presenti prima di accasciarsi al suolo. E’ intervenuta l’ambulanza, poi tutto è tornato alla normalità. Quella normalità che sembra il vero nemico da combattere.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>