Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, Oscar Mondadori, Milano, 184, euro 12,00
Fahrenehit 451, nato come ampliamento di un racconto intitolato The fireman, rientra a pieno titolo nella cosiddetta “fantascienza sociologica”. L’obiettivo dell’autore è, difatti, porre l’accento sulla povertà spirituale che pervade una ipotetica e futura società, nella quale prevalgono mezzi di comunicazione opprimenti, atti a distruggere nell’individuo qualsiasi senso critico. Il protagonista di questo libro è Guy Montang, un pompiere che vive in un mondo in cui i libri, invece di essere apprezzati e letti, sono illegali e i pompieri invece di spegnere gli incendi li provocano. I trasgessori vengono puniti con l’incendio delle proprie case e con l’arresto immediato. Montang trascorre una vita superficiale, alquanto monotona, caratterizzata soprattutto da una vera e propria omologazione ideologica. La vita del pompiere ha una svolta con l’incontro di Clarisse Mc Cellan, una ragazza definita da tutti pazza, ma che di pazzo non ha nulla,vogliosa di sentirsi viva, di emozionarsi e di provare sentimenti forti, nonostante vadano contro la morale comune. Clarisse fa riflettere il protagonista sulla società in cui vivono e su come l’appiattimento culturale abbia spersonalizzato gli esseri umnai, tanto da renderli simili a dei robot. A partire da questo incontro Montang inizierà a prendere libri dalle case che durante la notte incendia e a nasconderli nel giardino di casa propria. Il protagonista, dopo aver visto un’anziana sacrificare la vita pur di non vedere i propri libri bruciare, cade in depressione poichè non riesce a distinguere il giusto dallo sbagliato. Mildred, la moglie, e Beatty, un collega, provano a convincere Montang della normalità della loro vita. In un primo momento, frustrato dalla viltà, decide di riprendere la quotidianità; ma l’incontro con Faber, ex-docente universitario, gli darà lo stimolo a combattere contro tutto e tutti e a provare, nel suo piccolo, a dare una svolta alla società. Montang durante questo periodo inizia a coinvolgere la moglie nella lettura dei libri, nonostante Mildred non gradisca affatto tale comportamento . Un pomeriggio, durante il quale alcune amiche erano andate a far visita a Mildred, Montang decide di leggere a tutte un testo, sconvolgendo a tal punto le ospiti da farle tornare immediatamente a casa. La sera stessa, come d’abitudine, il pompiere si reca a lavoro e poco dopo il suo arrvio giunge un allarme in caserma. Subito i pompieri si dirigono verso la meta stabilita e immediatamente Montang si accorge che la casa da incendiare è proprio la sua. Dopo varie vicissitudini resce a fuggire dalla polizia e dal Segugio (cane meccanico) e si rifugia in un villaggio ai piedi della ferrovia in cui viveva un gruppo di sovversivi. Il libro si conclude con l’inizio della guerra. L’universo descritto da Bradbury rimanda, per certi aspetti, a quello descritto da George Orwell nel suo capolavoro per eccellenza: 1984. Entrambi gli autori infatti cercano di mettere in risalto gli effetti devastanti di un potere politico che tende a livellare la società; entrambi, mutatis mutandis, scrivono un inno alla libertà individuale, rivolgendo, con notevole forza letteraria, un invito a tutti gli uomini, affinchè non si sottomettano docilmente ad una mentalità disumanizzante, che si pone come fine ultimo la meccanizzazione dei rapporti interpersonali, trasformando l’individuo in semplice ingranaggio di una macchina mostruosa.