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Fallaste Corazòn, il nuovo libro di Isabella Ducrot

isabella ducrot
Fallaste Corazòn
Isabella Ducrot
il notes magico 2012
euro 8,00
pp. 87

« Così la narrazione di Isabella scorre nel doppiofondo dei miei occhiali e mi riporta ad una stanza di origine, a un palazzo di fronte al suo. Così resto affacciato da dirimpetto sopra le storie di Isabella Ducrot, ragazza di Montedidio». Con queste parole Erri De Luca introduce ed accompagna Fallaste Corazòn, il nuovo libro dell’artista Isabella Ducrot, cara amica della madre dello scrittore napoletano. Attraverso quattordici racconti, il decimo dei quali dà il titolo al volume, l’autrice conduce il lettore in una Napoli lontana, alle soglie della seconda guerra mondiale. I ricordi di un’infanzia felice trascorsa a Montedidio, scritto con un’unica parola ad indicare un nome comune di luogo speciale come afferma De Luca, in un edificio danneggiato dai bombardamenti, adiacente allo storico palazzo Gerace, s’intrecciano a panorami orientali ed incontri enigmatici. Le opere di Isabella Ducrot sono state esposte a Roma, Milano, Parigi, Berlino, New York. Un suo grande arazzo, che nel 1993 venne presentato alla Biennale di Venezia, oggi fa parte della collezione del Museo di Gibellina in Sicilia mentre a Napoli l’artista ha aderito al progetto Metrò dell’Arte firmando i mosaici della Stazione Vanvitelli. L’arte della Ducrot è soprattutto di carattere tessile ed è stato proprio l’interesse e lo studio delle lavorazioni dei tessuti a condurla in Cina, India, Turchia ed Asia centrale. La componente tessile contraddistingue anche la stesura di Fallaste Corazòn laddove le diverse esperienze narrate sono tenute insieme da una solida struttura di base. A dominare il racconto vi è il ricordo di una Napoli al femminile. L’autrice ricorda la madre, che ascoltava le confidenze delle amiche e la nonna, signora eretta e dignitosa, la cui scomparsa turba l’animo dell’artista. A suscitare domande che non avrebbero trovato risposta non fu tanto la perdita fisica della nonna quanto la dispersione dell’affetto che la donna aveva nutrito per la nipote sin dalla prima infanzia. Sullo sfondo vi è Napoli, non sempre bella, ma capace di attrarre di continuo con le sue mura di tufo e le grotte inesplorate, labirinto di strade scavate nella roccia porosa. Fallaste Corazòn, titolo di una nota canzone messicana, è stato presentato lo scorso lunedì presso l’Istituto degli Studi Filosofici, situato proprio in via Monte di Dio. All’evento, organizzato in collaborazione con la libreria Evaluna, hanno preso parte Gea Palumbo ed il critico letterario Silvio Perrella che si è soffermato sulla memoria corporea che caratterizza i racconti, come il ricordo del vento che tira sul quartiere di Monte di Dio, e sull’umanità e la cordialità dei napoletani del tempo che andrebbe riscoperta. Numerosi gli amici dell’autrice che hanno preso la parola nel corso della presentazione, tra questi lo storico dell’architettura Italo Ferraro il quale ha narrato il destino burrascoso dell’antico palazzo abitato dalla Ducrot durante l’infanzia.
Isabella Ducrot nasce a Napoli nel 1931 ma vive e lavora a Roma dagli anni Settanta. Nel corso dell’evento ha espresso nostalgia per la città natia, per la luce che la caratterizza ma soprattutto per la vegetazione selvaggia che ha definito il selvatico greco ed alla domanda postale con affettuosa ironia da un amico circa la sua decisione di lasciare la città, l’artista ha risposto:« me ne sono andata ed ho capito tutto questo in tarda età».

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