“Fini e fine della politica”
DEMOCRACY WITHOUT POLITICAL PARTIES
a cura di Davide Cadeddu
RUBBETTINO EDITORE
In occasione dei cinquanta anni dalla prematura scomparsa di Adriano Olivetti, martedì 12 ottobre, presso la Fnac di Torino, a partire dalle ore 18, avrà luogo un incontro organizzato dalla casa editrice Rubbettino per ricordare l’originale pensiero politico di Olivetti, prendendo spunto dal suo libro Fini e fine della politica, pubblicato nell’aprile del 1949, sotto le cure del Movimento Comunità, allo scopo di chiarire alcuni principi che informavano la sua opera teorico-politica principale, L’ordine politico delle Comunità, data alle stampe nel 1945. Il libro costituiva però, nel contempo, anche un significativo momento di passaggio dall’elaborazione individuale a quella condotta all’interno del Movimento Comunità – da lui stesso fondato nel giugno del 1947 –, che si espresse poi programmaticamente con l’opuscolo Linee e mezzi d’azione del maggio 1949 e con la dichiarazione politica Tempi nuovi metodi nuovi del gennaio 1953. La funzione che assunse il Movimento Comunità era, tra l’altro, di indicare come fosse possibile l’organizzazione di una democrazia senza partiti: «Il compito dei partiti politici sarà esaurito e la politica avrà un fine quando sarà annullata la distanza fra i mezzi e i fini, quando cioè la struttura dello Stato e della società giungeranno ad un’integrazione, a un equilibrio per cui sarà la società e non i partiti a creare lo Stato». Dal dibattito, che vede coinvolti alcuni dei maggiori intellettuali italiani, dovrà emergere quanto della proposta politica olivettiana sia ancora vitale oggi.
Adriano Olivetti (Ivrea, 1901 – Aigle, 1960), imprenditore e politico, aderì nel 1919 alla Lega democratica per il rinnovamento della politica nazionale, costituitasi intorno a «L’Unità» di Gaetano Salvemini. Fu poi direttore generale e presidente della fabbrica di macchine da scrivere Ing. C. Olivetti & C. di Ivrea, fondata nel 1908 dal padre Camillo. Costretto all’esilio in Svizzera per motivi politici nel 1944, portò a termine L’ordine politico delle Comunità, un progetto di riforma costituzionale, autonomista e federalista, dello Stato italiano. Tornato in Italia, mentre sfumavano i propri tentativi di influenzare i dibattiti della Commissione per la Costituzione, decise di fondare nel 1946 sia le Edizioni di Comunità sia la rivista «Comunità» e, nel 1947, il Movimento Comunità, nelle cui file venne eletto sindaco di Ivrea nel 1956 e deputato in parlamento nel 1958.