Un giorno, lo psichiatra Nick Kanas, durante dei colloqui per valutare aspiranti astronauti, notò con sorpresa quanto i piloti fossero in grado di controllare e sopprimere temporaneamente le emozioni, in maniera funzionale. Lo psichiatra racconta:
“Chiesi ad un pilota collaudatore di fornirmi qualche esempio di evento potenzialmente stressante. Lui ricordò quella volta in cui stava testando un aircraft, che perse il controllo: appena l’aereo cominciò a volteggiare senza controllo, lui disattivò il pilota automatico e in maniera decisa riprese il controllo del veicolo.”
Gli astronauti gestiscono lo stress decisamente meglio di molti di noi, e devono farlo, poiché c’è sempre un pericolo in agguato: tempeste radioattive, detriti spaziali, la possibilità di schiantarsi o semplicemente una nuova lista di cose da fare ordinate dalla terra. Tutto si accumula. I membri di una crew devono vivere e lavorare insieme in uno spazio ristretto 24H al giorno, qualche volta per mesi interi. Si trovano anche lontani dai familiari, da casa, dal loro pianeta, il che vuol dire che possono sentirsi contemporaneamente soli e stretti nella “folla”: sarebbe abbastanza da condurre chiunque alla follia!
Kanas, professore di psichiatria alla University of California e al Veteran’s Hospital a San Francisco, studia il modo in cui gli astronauti si comportano in queste condizioni tanto richiedenti. La sua ricerca, denominata Crewmember and Crew-ground Interactions during International Space Station Missions, è cominciata con il programma shuttle-Mir degli anni ’90 e attualmente continua con la crew della ISS. Lo studio intende osservare le relazioni quotidiane fra la crew dell’ISS ed il team di supporto di Houston, Texas, Hutsville, Alabama e Mosca.
I membri della crew dell’ISS ed il personale della Mission Control rispondono alle domande di tre questionari standardizzati, volti ad indagare l’umore ed il clima interpersonale all’interno del gruppo (Profile of Mood States, Group Environment Scale, and Work Environment Scale) e tengono un diario degli eventi critici.
I dati raccolti finora hanno evidenziato diverse cose, fra cui il valore adattativo ricoerto da alcune attività all’interno della crew.
In modo particolare, le foto scattate alla Terra assumono un ruolo fondamentale nel buon mantenimento della salute degli astronauti (Robinson, 2006): più foto, meno stress, più salute!
E se aggiungiamo che sono una stupefacente vista sulla terra anche per noi “terrestri” qui giù, il beneficio è moltiplicato a livello planetario!