In occasione dell’ottavo centenario dello storico incontro tra Francesco d’Assisi e il Sultano Al-Malik Al-Kamil a Damietta (Egitto), dopodomani, mercoledì 3 aprile 2019, a partire dalle ore 9.30, presso la sezione San Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (PFTIM), a Napoli in viale Colli Aminei 2, avrà luogo il convegno interreligioso Francesco e il Sultano. Il dono della fraternità universale, organizzato dall’Istituto di Cristologia con la collaborazione del Centro Studi Francescani per il dialogo interreligioso e le culture.
L’incontro, progettato nell’ambito del laboratorio Fede-Ragione-Religioni della Facoltà, sarà aperto al pubblico e vedrà gli interventi del professor don Francesco Asti, vice preside della PFTIM e decano della sezione San Tommaso d’Aquino, del professor don Antonio Ascione, docente di filosofia presso la PFTIM, del professor padre Edoardo Scognamiglio, docente di teologia presso la PFTIM, dell’Imam Yahya Pallavicini presidente della COREIS (Comunità Religiosa Islamica Italiana) e del Dottor Massimo Abdallah Cozzolino, segretario generale della CII (Confederazione Islamica Italiana), moderati dal giovane teologo e giornalista culturale Michele Giustiniano.
Nel 1219, ovvero nel pieno della quinta crociata, Francesco d’Assisi si imbarcò ad Ancona per raggiungere l’Egitto e la Palestina, ottenendo dal legato pontificio Pelagio Galvani il permesso di entrare disarmato nell’accampamento saraceno. Scopo di tale impresa, tanto assurda apparentemente, era quello di incontrare il Sultano, predicargli il Vangelo e far cessare le ostilità. Francesco fu ricevuto con grande cortesia ed ebbe con Al-Malik Al-Kamiluna lunga conversazione. Anche se non produsse gli effetti sperati dal Serafico Padre, quell’incontro divenne presto emblema del dialogo interreligioso, dando vita ad una vera e propria tradizione di dialogo cristiano-islamico che ai nostri giorni è ancora e quanto mai attuale, come dimostrano i più recenti viaggi di Papa Francesco, che di questa tradizione è grande interprete.
Si tratta, dunque, di un appuntamento imperdibile non solo per i cristiani e i musulmani della città, ma per tutti coloro che, anche se non professano alcuna fede, credono nel valore del dialogo e della pace nella costruzione della società.